L’ANCMA, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, anche quest’anno presenta i risultati di Focus2R: l’osservatorio sullo stato della mobilità a due ruote nei 104 capoluoghi oggetto dello studio.

Generale miglioramento in valore assoluto sulla grande maggioranza dei parametri un po’ in tutta la penisola, ma resta comunque rilevante da notare il divario di velocità di crescita tra le città del nord e quelle del sud.

Al nord si ha una più alta propensione al cambiamento e all’innovazione rispetto al sud che, al netto di alcune interessanti eccezioni, rimane più legato agli stilemi del passato.

Numerose biciclette parcheggiate in città

In molti stati europei la bicicletta è assoluta protagonista della mobilità: in Italia quando lo sarà?

Dopo il boom registrato tra il 2016 e il 2017, negli ultimi due anni i dati evidenziano un miglioramento più lento ma costante su tutti i parametri. Il nostro sistema-paese ha cambiato rotta in modo forte tre anni fa e da allora ha continuato imperterrito sul nuovo percorso.

La transizione verso città a due ruote si può quindi dire costantemente in atto e si dirama lungo tre direttrici principali: l’accesso della popolazione ai mezzi condivisi, la creazione o reinterpretazione di vie e percorsi dedicati, gli incentivi all’acquisto di mezzi di proprietà.

Per quel che riguarda l’accesso ai mezzi, le strategie messe in atto dalle amministrazioni comunali facenti parte dell’indagine sono molteplici.

Aumentano di fatto i servizi di bike sharing, ma solo nelle grandi città, che incrementano in media il numero di mezzi del 50% e il numero di abbonati di quasi il 250%. Costi abbordabili, promozioni, praticità e integrazione con le nuove tecnologie per un successo che è un segnale tra i più incoraggianti.

Occasione invece in buona parte “persa” dalle città meno popolose, forse per la difficoltà di raggiungere una massa critica di mezzi e utenti abbonati che renda praticabile logisticamente ed economicamente questa strada.

Va tuttavia sottolineato che singoli esempi virtuosi anche tra le città più “piccole” ci sono, come per esempio Bergamo che porta avanti il programma pur non senza difficoltà.

Cicliste a passeggio per la città su pista ciclabile

I dati riguardano sia il bike sharing “muscolare” che quello a pedalata assistita, anche se quest’ultimo è ancora purtroppo poco presente in Italia, nonostante realtà come Milano stiano aprendo la strada anche in questa promettente direzione già testata in molte grandi città europee con risultati più che positivi.

Primi segnali di una crescita importante anche per lo scooter sharing, anche se limitato a pochi grandi centri. Interessanti le sperimentazioni che hanno visto la luce nelle città di Milano, Roma e Torino, che hanno visto nell’ultimo anno aumentare il numero di veicoli in servizio del 320%, al pari degli abbonati che crescono del 226%.

Bandiera nera invece per parcheggi e postazioni di scambio, ancora insufficienti nella maggioranza delle città. Si pensi che due città su tre non raggiungono i 5 stalli per mille abitanti. Migliora la situazione delle postazioni di interscambio bici in corrispondenza delle stazioni ferroviarie, ma anch’esse in massima parte limitate nelle dimensioni.

Per quel che riguarda la mobilità, invece, una delle misure più adottate è stato il permesso di accesso per le due ruote alle corsie riservate al trasporto pubblico. Anche questo indicatore segna una crescita più marcata nei grandi centri, se non altro perché sono proprio questi ad avere più corsie riservate e problemi di traffico. Una combinazione di asset disponibili e gravità del problema che rende tale soluzione sensibilmente più efficace.

L’altra direzione su cui si sono focalizzati gli interventi è la possibilità di accesso ai mezzi a due ruote sui mezzi pubblici. È chiaro che in questo caso si parli principalmente delle biciclette, ma è meglio non concentrarsi solo su quelle visto che il mercato propone di anno in anno sempre più soluzioni. Si pensi ai monopattini elettrici, o a quegli scooter elettrici ultracompatti che collassano su sé stessi fino alle dimensioni di un trolley.

Bus, tram e metropolitane hanno già aperto le porte alle due ruote meno ingombranti nel 55% dei comuni parte dell’indagine, quando nel 2015 erano meno di uno su tre.

Un ciclista urbano a passeggio lungo una pista ciclabile cittadina

Un dato incoraggiante, anche se purtroppo si sperava più alto, è quello sugli investimenti per la messa in sicurezza di strade e vie per le due ruote. Il numero di comuni che investe in questa direzione (per esempio su guardrail con protezioni basse ad hoc per ciclisti e motociclisti) cresce sì dal 17% del 2015 al 31% attuale, ma vedendo il dato al contrario resta il fatto che oltre il 78% dei comuni ancora non si muove in questa importante direzione.

Sempre parlando di infrastruttura, cresce anche la rete di punti di ricarica per bici e scooter elettrici. Siamo ancora su numeri molto piccoli in termini assoluti, ma la strada è aperta e si sta cominciando a percorrerla.

Ultimo aspetto da considerare è quello degli incentivi all’acquisto dei mezzi. Qui si segnala un generale calo degli incentivi all’opera di rinnovamento del parco mezzi, soprattutto per quel che riguarda quelli a combustione. Ciò nonostante, si è comunque assistito a una crescita del numero di immatricolazioni di moto e scooter nel nostro Paese.

Desolante anche la situazione dei comuni che offrono incentivi all’acquisto delle biciclette, che confermano la scarsa attenzione a questo aspetto. Va un po’ meglio se si isola il solo segmento delle e-Bike, le bici a pedalata assistita, in cui il dato “sale” a 12 comuni che offrono un qualche tipo di aiuto a chi decidesse di passare a una bici elettrica.

Per fortuna, come sappiamo dai dati specifici del mercato eBike non citati nello studio, questa scarsità di incentivi non sta riuscendo a rallentare il trend di crescita del settore che si prepara a diventare il vero traino della mobilità sostenibile del prossimo futuro.

Ciclista di città in sella a bicicletta da passeggio con cestello

Da segnalare che nello studio purtroppo non sono stati inseriti i dati ufficiali dei monopattini elettrici, che sono tuttavia presenti in molte grandi città come sperimentazione parallela a quella delle biciclette e che stanno riscuotendo grande successo, e non solo tra i giovanissimi.

Secondo Paolo Magri, presidente di Confindustria ANCMA, questi mezzi offrono soluzioni efficaci al bisogno di mobilità. Il problema a noi ben noto resta il vuoto normativo, che li ha circondati di troppa incertezza nel recente passato per permetterne una diffusione capillare.

Ci si aspetta che in futuro faranno anche loro la propria parte nel rendere le nostre città più green e più amiche delle due ruote. Un cambiamento che gli abitanti stanno abbracciando con sempre più convinzione, e che molte amministrazioni comunali stanno per fortuna percependo, cominciando ad attrezzarsi di conseguenza.

Dati incoraggianti, quindi, che delineano una situazione in miglioramento ed evidenziano anche le aree tecniche e geografiche su cui sarebbe conveniente intervenire per facilitare una transizione da cui tutti potremmo trarre grandissimi benefici.

Per ulteriori approfondimenti, consigliamo di visitare il sito di Confindustria ANCMA e soprattutto la sezione dedicata a Focus2R.

A proposito dell'autore

Consulente aziendale, da sempre appassionato di tecnologia, scrittura e comunicazione. Scopre la MTB come pratica sportiva solo nel 2017 grazie alle lunghe ciclabili delle valli bergamasche, ed è amore a ogni pedalata, che sia muscolare o assistita. Da lì a usare la bicicletta per andare ovunque, il passo è stato breve.