Quando tra ciclisti si parla di Bernina ci si riferisce al passo del Bernina, una bella (e lunga e impegnativa) salita da Tirano che porta al cospetto di uno dei contesti montani più belli delle Alpi. Al passo del Bernina c’è anche un grande cartello che ricorda come il trenino rosso che attraversa questa zona – e per lunghi tratti affianca i ciclisti mentre salgono –  sia identificato da Unesco come Patrimonio dell’umanità.

Il Bernina, dunque, per i ciclisti è una salita. Ma ci sono ciclisti per i quali il Bernina è anche una cima, una scalata. Sono i ciclo-alpinisti e noi ne abbiamo incontrato uno che il Bernina l’ha fatto prima a piedi e poi in bici.

Luigi Peverelli ha 21 anni e vive a Milano: la scorsa estate ha portato a termine una piccola impresa, che ha chiamato Over 4000. L’occasione per conoscere lui e le sue gesta sì è presentata il 25 ottobre 2018, nel corso di un evento del Fuori Festival di Milano Montagna.

Il Passo del Grimsel e la bicicletta di Luigi

Il Passo del Grimsel e la bicicletta di Luigi: protagonisti di Over 4000 insieme a Luigi Peverelli

Over 4000: i numeri dell’impresa

Da dove arrivi il nome “Over 4000” è presto detto: ha scalato 26 cime oltre i 4.000 metri in 83 giorni di viaggio percorrendo anche oltre 1.300 km in bicicletta. In tutto: 20.000 metri di dislivello positivo in bicicletta e oltre 46.000 metri di dislivello positivo a piedi.

Ecco che iniziamo a mettere a fuoco che cosa sia il cicloalpinismo: usare la bicicletta come mezzo di trasporto per arrivare vicino alle montagne e poi da lì partire per le scalate. Un cicloalpinista fa a piedi, con lo zaino e gli attrezzi le cime che noi ciclisti normali facciamo in bici sui passi. Ecco, giusto: un ciclista fa i passi, un cicloalpinista fa i passi e fa le cime.

Luigi tiene molto al tema del rispetto per la montagna, e non potrebbe essere diversamente: ha scelto di fare questo viaggio così anche per raccontare che in montagna bisognerebbe cercare di andare inquinando il meno possibile. In bicicletta, in treno, con mezzi collettivi.

Alla presentazione della sua avventura in uno dei più famosi bike café di Milano, l’ampio Upcycle, c’era un sacco di gente, non abbiamo mai visto quella sala così piena: Luigi mette insieme e vicine le passioni per la bicicletta e quella per le scalate, la mountain bike e l’alpinismo.

Che poi in realtà la bici che Luigi ha usato non era una mountain bike.

La bici e lo zaino di Luigi Peverelli per il cicloalpinismo

La bici e lo zaino di Luigi Peverelli pronti per la partenza.

La bicicletta e l’attrezzatura

Che cosa serve per fare il cicloalpinista? Bè, dando per scontato che uno sappia andare in bici e sia allenato per andare in bici in montagna con molto peso (vedremo tra poco quanto), il cicloalpinista è principalmente un alpinista, uno che sa affrontare una scalata, dormire in tenda, conoscere i pericoli, gestire il contesto delle Alpi d’estate, che cambia ogni giorno.

La bici di Luigi per Over 4000 era una Fuji Jari 2.3, potremmo dire la bicicletta perfetta per il cicloturismo in montagna, ma anche una gravel e in definitiva un modello estremamente versatile per ogni e qualsiasi avventura.

Portapacchi anteriori e posteriori, 4 borse normalissime, un bagaglio ovviamente sbilanciato sulla parte alpinista, come si vede dalle foto.

Completano il bagaglio: cartine stradali, carte alpinistiche, navigatore Gps da escursionismo (Garmin Gps Map 64s), 2 power bank, videocamera, telefono cellulare, e un sito di riferimento (purtroppo solo per la parte svizzera del viaggio): https://map.geo.admin.ch

Luigi ha viaggiato con un pannello solare (40w di potenza) che lo ha reso praticamente sempre autonomo dal punto di vista energetico.

Come abbiamo già detto in altre occasioni per fare un viaggio del genere bisogna sapersela cavare a livello meccanico, però in questi 4 mesi Luigi non ha avuto alcun problema, a parte due forature. Niente male!

Attrezzatura da ciclo-alpinismo di Luigi Peverelli

Tutto quello che serve per fare un’impresa di cicloalpinismo come quella di Luigi Peverelli.

Altri numeri

Abbiamo 26 cime in 83 giorni con 1.300 km in bicicletta, ma ci sono altri numeri interessanti: 13 kg di peso complessivo della bici + 60 kg di bagagli e attrezzatura + 90 kg di Luigi = 170 kg in tutto.

Niente a che vedere con un viaggio estivo e borse superleggere. Il cicloalpinismo si deve confrontare anche con questo tema non banale.

Luigi Peverelli e bicicletta al Passo del Grimsel

Luigi e la sua bici al Passo del Grimsel.

Il percorso

Un’impresa – chiamarlo viaggio ci sembra un po’ riduttivo – del genere non si improvvisa e il percorso non potrà mai essere lineare come quello di una nostra vacanza in bici. Luigi ha lavorato circa 6 mesi per mettere a punto un’idea di itinerario e poi ha dovuto ogni giorno adattarlo alle condizioni climatiche.

Leggendo il suo diario di viaggio questo aspetto emerge con chiarezza: giorni fermo in tenda in quota ad aspettare che il meteo sia buono per tentare la scalata, cambi di programma, obiettivi non raggiunti, nuove sfide. Il cicloalpinista molto più del cicloturista dipende dal clima.

E non a caso la preparazione mentale in questi viaggi conta tanto quanto quella fisica.

Vetta Lagginhorn nelle Alpi Pennine

La vetta Lagginhorn, nelle Alpi Pennine: sullo sfondo Weissmies.

Dicevamo dunque che questo viaggio non è una linea o un cerchio, sono tante linee e tanti cerchi che si incrociano tra loro, qui indichiamo alcune delle tappe e non necessariamente in ordine. Luigi è partito dal Milano il 12 giugno ed è rientrato in città il 6 settembre.

In mezzo: Campo Moro, la cima del Bernina, Teglio, il passo del Bernina, il passo Julier, il passo Furka, il passo Grimsel, Oberaarjoch, Gemschlicke, Grimselpass, Finsteraarhorn, Fiesch, Saas-Fee, Mönch , Lagginhorn, Weissmies, Zermatt, Punta Nordend, Punta Dufour, Passo del San Bernardino, Aosta Valley, colle San Bernardo, Col de Joux, Val d’Ayas, Champoluc, Castore, Courmayeur, Monte Rosa, Gran Paradiso.

Vedete? Un mix di nomi e geografia, vette e città, luoghi dell’immaginario e strade che abbiamo percorso mille volte.

Naturalmente questo è un viaggio fatto anche di tanti rifugi, come il più alto d’Europa (la Capanna Margherita), e di molte notti in tenda. È un viaggio in bici dove però spesso la bici viene nascosta nei boschi per i giorni della scalata. Anche questo è cicloalpinismo.

Il ghiacciaio dell'Aletsch in Svizzera

Il ghiacciaio dell’Aletsch, in Svizzera, il più esteso delle Alpi con più di 120 chilometri quadrati di superficie.

Le classifiche

Abbiamo chiesto a Luigi quali sono i luoghi del viaggio che gli sono piaciuti di più, e con fatica abbiamo ottenuto una classifica che dice:

In bicicletta
– Passo del Bernina
– Passo Oberalp
– Passo Julier

A piedi
– Cima del Bernina
– Cima del Finsteraarhorn
– La cresta e le due cime del Lyskamm

Luigi Peverelli abbracciato alla croce sulla vetta Finsteraarhorn

Luigi Peverelli abbracciato alla croce sulla vetta Finsteraarhorn, la montagna più alta delle Alpi Bernesi in Svizzera.

E quelli che ti sono piaciuti di meno, Luigi?
«Le strade a volte sono pericolose a causa del traffico».

Abbiamo capito che il Bernina è un luogo magico per tutti e che noi ciclisti possiamo ancora imparare alcune cose dai cicloalpinisti, come per esempio guardare le montagne con occhi e comportamenti di rispetto e ammirazione ancora maggiori.

Articolo scritto per BiciLive.it da Marco Mazzei
Tutte e foto nell’articolo sono di Luigi Peverelli

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