A guardarla distrattamente Yerka non sembra una bicicletta speciale: buon design, ok, struttura leggera e colori azzeccati, ma nulla di impressionante, giusto un tubo obliquo diverso dal solito.
Poi leggi il claim presente sulla pagina Indiegogo del progetto e ti fermi un attimo: “Yerka, the unstealable bike”, ovvero “Yerka, la bici impossibile da rubare”. Incuriosito, continui la lettura e guardi anche il video.
E ti innamori.

Ti innamori perché Yerka nasce da un’idea semplice, elegante e funzionale e con pochi accorgimenti e una semplicità d’uso straordinaria risolve in modo decisivo il problema dei furti, persino quello dei furti delle sole ruote e, valore aggiunto, è anche la bella storia, un po’ romantica, di tre ragazzi che in un garage riescono a produrre quello che molte grandi aziende ancora si sognano.
Ma procediamo per gradi e facciamo un piccolo-grande viaggio in Cile, dove è nata Yerka.

https://www.youtube.com/watch?v=7A4eOsAyQcw

Andrés Roi Eggers, il ragazzo che fra i tre si è occupato del design di questa due ruote, ha le idee ben chiare anche per via di esperienze personali: nel mondo vengono rubati ogni anno circa quindici milioni di biciclette, e a lui è capitato già due volte di tornare al parcheggio e trovare solo la catena e il lucchetto, se va bene.
Bisogna quindi pensare a qualche sistema diverso da quelli attualmente in commercio, che evidentemente funzionano poco.

Ecco quindi che Andrés unisce le forze con Juan José Monsalve, ingegnere, e Cristóbal Cabello, che si occupa della parte finanziaria, e a furia di brainstorming, fallimenti e modifiche varie, unendo finanziamenti statali e crowdfunding, nasce Yerka.
Il segreto è tutto nella struttura del telaio: bastano pochi secondi e poche mosse per smontare sellino e tubo obliquo e rimontarli in modo da bloccare la bicicletta a un albero, palo, ringhiera o altre strutture che abbiano un diametro inferiore ai venti centimetri, guardare il video per credere.

Sarebbe già da sola una idea di grande impatto, ma i tre ragazzi cileni non si sono fermati e hanno aggiunto almeno tre ulteriori elementi di pregio:

I bulloni dei mozzi di entrambe le ruote sono stati progettati in modo che serva una chiave speciale per aprirli, chiave brevettata dai tre, ecco quindi che diventa molto difficile rubare anche solo la ruota;
– Durante la progettazione alcuni elementi sono stati realizzati tramite stampa 3D, per ridurre quanto più possibile il peso, aspettiamoci nel futuro una presenza sempre più massiccia della stampa 3D;
Il lucchetto può essere chiuso anche via bluetooth, in piena linea con il trend ormai stabile che unisce sempre di più bici, tecnologia e Rete, un trinomio destinato a rimanere fondamentale nel mondo delle due ruote.

Il risultato? Presto detto: sold out velocissimo delle prime trecento biciclette prodotte, che sono state vendute a 499 dollari più spese di spedizione, a conferma che Yerka piace tantissimo.
Il futuro? Trovare qualche investitore per espandere la produzione e diffondere Yerka in tutto il mondo, e a parer nostro Andrés, Juan e Cristóbal ce la faranno senza tanti problemi.

A proposito dell'autore

Grande appassionato di natura, cinema e scrittura, collabora da anni con siti di musica, cinema, spettacolo e informazione occupandosi di varie tematiche. Milano gli ha fatto scoprire il mondo della bicicletta e da allora il suo amore per le due ruote continua a crescere inarrestabile.