Cicloturismo in Italia: +26% nel 2020 Alessandro Borghi 1 Dicembre 2020 Bike News Gli ultimi dati pubblicati da ANSA riguardanti il settore del cicloturismo fanno ben sperare per il futuro: in Italia l’aumento fatto registrare è molto positivo. La stima è che entro la fine del 2020 si raggiungeranno circa 25,9 milioni di presenze fatte registrare dalle strutture ricettive, un valore pari al +26% rispetto al 2019. Tali dati sono in linea con quelli relativi al periodo 2013-2018, quando il boom del settore cicloturistico aveva fatto segnare una crescita esponenziale, pari al +41% in cinque anni. Il precedente rapporto Cicloturismo e cicloturisti in Italia realizzato da Isnart-Unioncamere e Legambiente presentato in occasione del Bike Summit 2019 sottolineava infatti una cospicua e crescente presenza di viaggiatori in bicicletta nel nostro Paese, confermata dai dati riguardanti il 2020. Gli elementi raccolti ed elaborati dagli stessi organi hanno evidenziato un trend simile per il settore e, se si considerano i brevi soggiorni autunnali, il numero di turisti italiani che hanno scelto di esplorare l’Italia pedalando è salito a +26% rispetto all’anno precedente, complice in parte l’emergenza sanitaria dovuta a Covid-19. Bici da trekking, strada o mountain bike: con tanta voglia e ben attrezzati (bikepacking a go-go) si può andare ovunque a fare del cicloturismo. Foto di Fernando Northpak from Pixabay. Tutti i dati 2020 del cicloturismo in Italia Il settore del cicloturismo riveste un ruolo sempre più importante per l’economia italiana e i dati rilasciati lo scorso anno al convegno del Bike Summit 2019 denotavano già una crescita che interessava tutto il settore ricettivo e turistico. Secondo il precedente rapporto Cicloturismo e cicloturisti in Italia il valore economico generato era pari a 7,6 miliardi di euro annui. Una cifra consistente, in grado di portare a quasi 12 miliardi di euro il valore del PIB. Il Prodotto Interno Bici è infatti più alto in quanto rispecchia l’intero giro di affari prodotto dai cicloturisti e viene calcolato tenendo conto della produzione di bici e accessori, delle vacanze in sella e di tutte le esternalità positive che genera chi si muove in bicicletta. Le ebike hanno sicuramente reso più accessibile il cicloturismo a molte persone (nella foto una bici elettrica da trekking Macina Sport ABS 2021 dal recente catalogo 2021 ebike KTM). Il dato è già di per sé molto rilevante e lo diventa ancor di più se si considera il fatto che all’interno del PIB non vengono conteggiati tutti i benefici “non stimabili economicamente”, come per esempio l’assenza di emissione di CO2 (il risparmio è di circa 1,5 milioni di tonnellate annue), e quindi gli effetti positivi sull’ambiente, oppure la minor incidenza di malattie a fronte della maggior attività fisica. In questo quadro molto proficuo per il settore del ciclo, si vanno a inserire i dati forniti da ANSA Ambiente&Energia e riguardanti il rapporto 2020 stilato da Isnart-Unioncamere e Legambiente, basato sulle tendenze e sull’economia del cicloturismo in Italia. L’incremento stimato del +26% rispetto al 2019 porterà a circa 25,9 milioni i pernottamenti di ciclo-viaggiatori italiani sul territorio nazionale. Il dato è una previsione della situazione generale dell’anno 2020 in quanto non considera i soggiorni autunnali di breve periodo (due/tre giorni) che sono successivi al periodo di raccolta. Il numero di pernottamenti fatti registrare nel 2019 sale inoltre a quasi 55 milioni se si considerano anche i turisti stranieri. In tal senso, la spesa complessiva generale si aggira attorno a 4,7 miliardi di euro, di cui 3 miliardi generati dai ciclisti internazionali che scelgono di visitare il Bel Paese in bicicletta. Parlando in termini percentuali invece e considerando una spesa media pro capite del “viaggiatore lento” attorno ai 75 euro al giorno – secondo i tour operator specializzati il pacchetto scelto mediamente è di circa 7 notti, corrispondente a un valore di circa 900 euro -, il giro di affari complessivo generato dal settore cicloturistico corrisponde a circa il 6,1% dell’intero settore turistico e ricettivo,con punte massime del 15-20% in alcune regioni. Analizzando il rapporto più in dettaglio, scopriamo che la regione che da sola intercetta gran parte di questo flusso è il Trentino-Alto Adige, il quale si accaparra il 30% del totale. Dando un’occhiata alle ciclovie si nota invece che quelle che attraggono il maggior numero dei cicloturisti sono rispettivamente la Trieste – Lignano Sabbiadoro, la Ciclovia del Garda, la Ciclovia Tirrenica “Ligura-Toscana-Lazio”, l’Adriatica e la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese. Vuoi mettere il piacere di passare una giornata al lago arrivandoci in bicicletta? In particolare, una consistente parte dell’intero flusso di ciclo-viaggiatori italiani tende a prediligere un turismo a corto raggio. Sono in molti coloro che decidono di pedalare attorno alle zone di residenza o in quelle limitrofe, ma tale aspetto varia da regione e regione. In Lombardia e in Emilia-Romagna infatti si scopre che la scelta ricade su destinazioni di prossimità, mentre i cicloturisti italiani del Veneto e della Toscana escono dai confini spingendosi al Sud verso Sicilia e Calabria. Volgendo lo sguardo all’estero si nota invece che i cicloturisti internazionali scelgono principalmente regioni del Centro-Sud per iniziare il proprio itinerario (quasi un quinto dichiara di iniziare il viaggio in Campania), per poi spostarsi al Nord pedalando per scoprire tutto il territorio. Le destinazioni di soggiorno principali e preferite dai ciclo-viaggiatori sono infatti il Trentino, il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Toscana. In dettaglio: i tedeschi e gli austriaci tendono a concentrarsi nella regione veneta mentre i francesi si distribuiscono più equamente tra Trentino, Lombardia e Sardegna, isola che attrae molti turisti britannici. Ritornando in Italia e dando uno sguardo al settore produttivo italiano della bicicletta, si nota comunque un aumento delle vendite, soprattutto in export (+15,2%). Il giro di affari è stimato a circa 1,3 miliardi l’anno e sono oltre 1,7 milioni di pezzi venduti, valore che corrisponde a 3 biciclette al minuto. Anche in questo caso i dati sono decisamente confortanti, senza dimenticare che nel 2020 diversi produttori di biciclette elettriche e muscolari hanno dichiarato di aver esaurito le scorte di magazzino. Insomma la situazione, se escludiamo l’assenza di una rete organizzativa italiana sufficientemente pronta ad accogliere al meglio i cicloturisti, è sicuramente più che positiva. La crescita esponenziale del +41% fatta registrare nel periodo 2013-2018 e gli ultimi dati dell’anno 2020 relativi ai cicloturisti italiani sono segnali che fanno ben sperare per il futuro. Non bisogna dimenticarsi inoltre del finanziamento da parte del Governo per la realizzazione del Sistema Nazionale delle ciclovie turistiche: con lo stanziamento di 361,78 milioni di euro dovrebbero infatti essere sviluppate, create o promosse le dieci ciclovie più importanti del nostro territorio, tra cui figurano la ciclovia Tirrenica, l’Adriatica, della Sardegna, del Vento, del Sole, della Magna Grecia, del Garda, dell’Acquedotto Pugliese, la Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia e quella dell’Appennino. C’è chi fa turismo a cavallo e chi in sella a una bicicletta. Foto di Gabriella Clare Marino di Unsplash Conclusioni La bicicletta quindi si è dimostrata e si sta dimostrando un valido candidato per superare l’emergenza del Covid-19 e i dati raccolti nel rapporto 2020 di Isnart-Unioncamere e Legambiente evidenziano come gli italiani abbiano scelto di fruire delle bellezze del nostro territorio pedalando. Del medesimo parere è Roberto di Vincenzo, presidente di Isnart, il quale dichiara: “Nell’attuale situazione di crisi determinata dall’emergenza Covid-19, occorre ricercare anche prospettive di opportunità e lo sviluppo del cicloturismo è sicuramente tra queste”. Usare la bici anche per tragitti più lunghi è diventato un gesto “normale” per tantissime persone, soprattutto per chi usa l’ebike (nella foto una bici elettrica Brinke Overland adatta per l’uso in città ed extraurbano) Anche Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente è sulla stessa lunghezza d’onda. Le sue parole lasciano trasparire entusiasmo circa gli ultimi dati, soprattutto se correlati alla crisi del coronavirus. “Il cicloturismo può rappresentare una risposta utile all’emergenza. È utile dal punto di vista sanitario, per le distanze e l’attività motoria, dal punto di vista ambientale e all’economia. E infine è utile per fare rete sui territori”. Alla luce di quanto emerge dalle dichiarazioni fatte e dai dati presentati, si può quindi affermare che la via da percorrere nel futuro vede come protagonista la bicicletta. È una strada forse faticosa, forse in salita ma con pazienza e in sella a una bici si può arrivare ovunque (o quasi) e i rapporti degli ultimi anni lo dimostrano chiaramente.