Siamo tutti sulla stessa barca, la stiamo affondando giorno dopo giorno, è una questione che ormai è morale ben più che politica o economica e dobbiamo muoverci al più presto per salvare il pianeta: l’enciclica sull’ambiente di Papa Francesco chiama a raccolta tutti, anche noi ciclisti.

Gli sportivi, gli amanti delle passeggiate all’aria aperta, chi si mette in sella su strada o al manubrio di una mountain bike per qualche ora fra natura e aria buona, queste persone conoscono, noi conosciamo già a fondo l’importanza dell’ambiente, ma non basta.
Non basta mai perché spetta a noi fare anche il lavoro di altri, avere la sensibilità e l’etica che altri ancora non hanno.

Questo non rende noi bikers, o qualsiasi altra categoria di soggetti amanti dell’ambiente, automaticamente “migliori” rispetto a chi inquina: il nostro rispetto per la natura non nasce da un volersi sentire “più” rispetto ad altri, anzi, nasce proprio dal voler vivere al meglio insieme al resto dell’umanità.

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E questa enciclica arriva a puntino, in un momento in cui si moltiplicano le resistenze in molti settori dell’economia e della politica.

Potrebbe sembrare strano ricorrere alle parole di un religioso per confrontarsi su un tema prettamente scientifico, ma in tempi così disperati, nei quali si avverte l’urgenza e l’esigenza di un cambiamento, qualsiasi apporto di qualità è ben accetto, e le parole del Papa hanno qualità maggiore degli interventi di molti politici.

Andiamo a vedere i punti principali dell’enciclica di Papa Francesco sull’ambiente:

Il clima, la natura (e l’acqua) sono un bene comune. C’è una nostra precisa responsabilità nel disastroso inquinamento attuale e dobbiamo intervenire. Si tratta di una presa di posizione precisa quando molte multinazionali, Nestlé in testa, sostengono per esempio che non dovrebbe esistere nessun diritto umano all’acqua.

Stop al carbone, via alle rinnovabili: anche questo punto è intuitivo, specie per i ciclisti che da sempre impiegano mezzi non inquinanti, ma a quanto pare occorre ripeterlo all’infinito. Abbiamo mezzi puliti ed efficienti per produrre energia, cerchiamo di vincere le eventuali resistenze.

Diminuire il consumo: si tratta ovviamente del punto più difficile da affrontare, visto che bisogna lottare contro le esigenze di gran parte di economia e politica che vedono nel consumo continuo l’unico modo per andare avanti. Non c’è nulla di implicitamente sbagliato nel consumare, ma quando questo diventa unica filosofia di vita a scapito dell’intero pianeta, scattano i campanelli di allarme.

Stallo, politica ed economia: i vari incontri sul clima non hanno portato a nessun tipo di decisione e risoluzione fino a questo punto. O cominciamo a comprendere che la politica non può essere al servizio dell’economia sempre e comunque o non riusciremo a raggiungere grandi risultati. L’etica torna a occupare un posto importante, cruciale.

Curare la natura è uno stile di vita: difficile aggiungere qualcosa a questa nozione. Chi percepisce il pianeta come la propria casa non vuole sporcare e inquinare, è molto semplice ed è elemento tremendamente difficile da insegnare, ci limitiamo a citare direttamente il Pontefice: “L’amore per la società e l’impegno per il bene comune sono una forma eminente di carità, che riguarda non solo le relazioni tra gli individui, ma anche macro-relazioni, rapporti sociali, economici, politici.”

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Stazioni di ricarica solare di bici elettriche del progetto ITER Imaginez un Transport Efficace et Responsable, di cui abbiamo parlato nel nostro articolo sul portale ebike.bicilve.it.

Non è semplice capire quel che succederà, cercare di comprendere come e cosa la politica saprà fare, come l’economia reagirà… Quel che noi biker sappiamo è che partiamo da una posizione privilegiata; molti fra noi, fosse anche solo per l’atto di prendere una bicicletta e lasciare l’auto in garage, sa fare già molto per l’ambiente e possiamo e dobbiamo esserne orgogliosi.

Ma noi ciclisti cosa possiamo fare ancora, in più, per l’ambiente?

Non molto, ma è un poco che sommato riesce a far la differenza.
Continuiamo a pedalare e pedalare, che sia pedalata assistita o meno.

Sorridiamo in sella, cerchiamo di trasmettere questo amore ad altre persone, senza mai, mai forzare, senza mai obbligare, quella è la via peggiore e così non passiamo passione bensì obbligo, non servirebbe a nulla.

Stiamo attenti a quel che compriamo e consumiamo, fermiamoci a parlare con le persone, comunichiamo questo entusiasmo, questa passione, senza mai forzare nulla.

Sensibilizziamo senza obbligare. Anche solo una persona che comincia a usare la bici al posto di mezzi più inquinanti è una vittoria, è un grande apporto.

Non ci rimane che pedalare, come abbiamo sempre fatto.

A proposito dell'autore

Grande appassionato di natura, cinema e scrittura, collabora da anni con siti di musica, cinema, spettacolo e informazione occupandosi di varie tematiche. Milano gli ha fatto scoprire il mondo della bicicletta e da allora il suo amore per le due ruote continua a crescere inarrestabile.