Come trasformare la bici del nonno in una fixed fiammante Claudio Riotti 6 Aprile 2020 Wiki Bike In questo articolo vi presentiamo la storia di Fabio, un nostro lettore con la passione del fai da te che ha deciso di riciclare una vecchia bici e trasformarla in una fiammante fixed da città. Fabio non è un meccanico di bici, è un semplice appassionato che ha voluto mettersi alla prova e sfruttare anche questo periodo di stop forzato a causa dell’emergenza pandemia Covid-19. Ecco il suo racconto: Riciclare la bici del nonno: perché Le motivazioni che mi hanno spinto a rimettere in strada una vecchia bici da uomo degli anni 50 sono stati essenzialmente il legame e la stima verso mio nonno Ettore. Mio nonno era un uomo tutto d’un pezzo, il classico “vecchio stile ma dal grande cuore”. Con questa bici accompagnò me e mia sorella fin da bambini in ogni posto, dall’asilo alla quinta elementare. Negli anni la bici è stata oggetto di sostituzioni di pezzi usurati o deteriorati come gomme, pedali e manubrio. L’ha usata il nonno per spostarsi e andare al “circolino” e poi, dopo che lui purtroppo se n’è andato nel 2012, ho iniziato saltuariamente a usarla io. Chiaramente non si tratta di una bici di valore o di qualità sopraffina come potrebbe essere una vecchia Bianchi, ma il legame affettivo che si è creato mi ha spinto a darle una nuova vita. Ecco come si presentava la vecchia Paganini del nonno Ettore. Riciclo e rinnovo di una bici: i punti da prendere in considerazione Prima di mettermi all’opera ho pensato a cosa ne avrei fatto della bici una volta sistemata, ovvero se si ha in mente di riciclare una vecchia bicicletta bisogna valutare se poi la appenderemo semplicemente in salotto, la useremo la domenica per andare a mangiare un gelato oppure tutti i giorni per recarci al lavoro (cosa da ora in avanti avrà molto più senso fare, Ndr). A seconda delle esigenze si valuteranno quindi alcune scelte estetiche e funzionali, ad esempio manopole, passacavi e sellino di colore bianco sono “stilosi” ma molto sporchevoli, piuttosto che decidere di scostarsi un po’ dalla fixed pura e quindi montare i freni, i parafanghi, le luci, ecc. Serve un’attenta ispezione di ogni componente prima di decidere cosa fare della bicicletta. Bisogna focalizzare l’attenzione sulle caratteristiche importanti che la nostra bici dovrà avere a seconda dell’utilizzo che ne faremo. È bene sempre ribadire che una bici, per circolare ed essere “a norma di Codice della strada”, deve avere un campanello, le luci, almeno un impianto frenante (quindi le fixed “pure” senza freni non sono a norma) e i catadiottri su pedali e ruote. Il carter copricatena era decisamente da eliminare. Cosa cambio e cosa tengo? Scelte stilistiche a parte, prima di tutto ho verificato l’assenza di danni importanti alla struttura del telaio come crepe o forcella storta, oppure del gioco eccessivo nella sede sterzo o nel movimento centrale. La bici che avevo in mente doveva avere l’anima originale ma la componentistica aggiornata. I supporti dei parafanghi erano arrugginiti e spezzati. Ho tenuto quindi solo il telaio (uno sconosciuto Paganini… se avete informazioni in più sono ben accette), il collarino reggisella e i freni Universal a cui naturalmente ho cambiato i pattini. Riguardo ai freni, la classica bici fixed senza freni sarà molto bella ed essenziale ma non mi è mai piaciuta come concetto, la vedo troppo pericolosa in città. Ho deciso di lasciarli entrambi per una questione di maggior sicurezza nel traffico. Le condizioni della bici del nonno non erano proprio delle migliori… Peccato non poter riutilizzare il movimento centrale originale che nonostante gli anni aveva cuscinetti e guarnitura ancora solidissimi e in buono stato: presentava delle pedivelle vecchio stile con molto gioco laterale, ormai inutilizzabili. I parafanghi erano di ferro, arrugginiti, storti e irrecuperabili: eliminati. Su Google ho trovato varie immagini di bici che mi piacevano e ne ho scelte alcune da tenere come riferimento: ad esempio la piega manubrio di una, le ruote dell’altra, il colore di una terza, eccetera, così da stilare una lista di componenti da acquistare per arrivare alla mia “bicicletta ideale”. Non essendo esperto in materia, in rete ho trovato tantissimo materiale da consultare. L’ho fatto preventivamente così da farmi un’infarinatura generale su terminologia e misure, in quanto trovo poco rispettoso andare dal ciclista chiedendo “quella cosa… per far girare il robo… di diametro circa una moneta da 2 euro”. L’attrezzo acquistato per smontare la vecchia serie sterzo. È servito a me per non sbagliare gli acquisti e ovviamente anche per instaurare un rapporto migliore con i negozianti di bici della zona, punto di riferimento per lavori come questi e per eventuali successive riparazioni o consigli. Ho portato fisicamente la bici in due ciclofficine e assieme abbiamo valutato, trattandosi praticamente di un vecchio cimelio, la compatibilità con dei nuovi pezzi di ricambio. Dopodiché ho recuperato nei negozi il materiale necessario, compresi gli attrezzi per smontaggio e riassemblaggio. L’unico acquisto online è stato il cavalletto. I freni rimessi a nuovo e i componenti acquistati per la trasformazione in fixed. È chiaro che se uno volesse iniziare un lavoro simile in questo periodo dovrebbe affidarsi esclusivamente agli ordini online e sarebbe più difficile capire di cosa si ha bisogno. Di certo il lavoro di pulizia e preparazione allo smontaggio è fattibile, quindi si potrebbe cominciare da quello. Un altro attrezzo specifico per smontare il movimento centrale. Attrezzi necessari Per il lavoro mi sono serviti gli attrezzi base di un’officina casalinga e altri strumenti più specifici: Supporto per bici o cavalletto da officina Una morsa (di grande aiuto) Smagliacatena Chiavi serie sterzo (per vecchia e nuova) Estrattore movimento centrale (per vecchio e nuovo) Filiera per movimento centrale (presa in prestito da mio padre) Spazzole metalliche per trapano Prodotti: Svitol, Sidol (prodotto per la pulizia dei metalli), antiruggine trasparente, sgrassatori Contenitori, bacinelle, spugnette, pagliette di ferro Ingrediente fondamentale: olio di gomito Gli attrezzi acquistati, eccetto la filiera presa in prestito. Da bici del nonno a fixed: procedimento I due meccanici dei negozi e gli amici appassionati del settore sono stati molto gentili nel dispensarmi di consigli e trucchetti per il mio lavoro. Un grazie particolare alla consulenza telefonica di mio padre, patrimonio dell’esperienza nell’officina meccanica in cui ha lavorato per anni e “mago del fai da te”. Il movimento centrale una volta smontato. C’erano ancora tutte le sfere dei cuscinetti intatte, incredibile! Smontaggio della bici La parte più impegnativa. Prima di iniziare, ho deciso di fare delle foto da diverse angolazioni per non sbagliare durante la fase di riassemblaggio, anche se molti pezzi sarebbero cambiati. Dopo 70 anni di lunga attività, caldo, freddo, pioggia e ruggine le filettature dei componenti della Paganini erano “cementate”. In la particolare serie sterzo, il movimento centrale, i freni e i supporti dei parafanghi. Le teste delle viti erano sia spanate che arrugginite, quindi il rischio di tranciare qualcosa era la mia più grande preoccupazione: via libera allo Svitol e all’utilizzo di una morsa da banco, davvero utile in svariate circostanze. Meglio avere pazienza e lasciare agire lo sbloccante anche per delle ore, sarete premiati con uno smontaggio senza intoppi o rotture. Pulizia La bici era incrostata da anni di olio per catena troppo denso, ruggine e polvere. Ho passato esternamente e internamente il telaio con del diluente per togliere in modo abbastanza veloce grasso e sporco: sterzo, movimento centrale, foderi. Per il passaggio interno della guaina del freno posteriore ho utilizzato un vecchio cavo dei freni legato a una striscia di tessuto imbevuta, passandola al suo interno e tirandola da un lato all’altro. I freni hanno richiesto più tempo per essere rimessi a nuovo, li ho smontati completamente, sgrassati e trattato la molla e la vite passante con una spazzola di ferro. Per le ganasce dei freni ho utilizzato invece del Sidol, più delicato, per non graffiarle. Per altre parti come il collarino reggisella ho usato la spazzola di ferro circolare installata sul trapano. La vecchia corona con la pedivella e il carter: eliminato tutto. Sabbiatura e verniciatura Sarei stato disposto ad allestire un box per queste due operazioni se non avessi avuto il contatto di due specialisti che con una cifra ragionevolissima hanno eseguito i due passaggi, quindi la sabbiatura e poi la verniciatura. Ho preventivamente scelto un colore RAL/pantone così da avvicinarmi il più possibile a quello preferito in base alla disponibilità di colori del verniciatore. La verniciatura è stata realizzata a polvere: se avessi scelto quella a spruzzo avrei avuto a disposizione una gamma di colori più vasta e magari con l’aggiunta di effetti quali il metallizzato, ma la cifra per le mie tasche sarebbe diventata eccessiva. Ecco il telaio della Paganini “nudo”, pronto per sabbiatura e verniciatura. Lavori aggiuntivi Temendo lo stop generale (poi confermato) per il coronavirus, ho dovuto anticipare le fasi di sabbiatura e verniciatura così da poter terminare a casa il resto del lavoro. Sconsiglio vivamente di procedere con la verniciatura se prima non avete completato tutti gli interventi sul telaio. È bene provare i vari alloggi di serie sterzo, movimento centrale, ruote, ecc. prima della verniciatura. Nel mio caso la sede del movimento centrale non era completamente libera, presentava gli innesti degli altri tubi del telaio che impedivano l’alloggio del nuovo movimento centrale, più grande. Ho dovuto limare e rifilettare la sede di quest’ultimo. È stato necessario rifilettare la sede del movimento centrale, un lavoro da eseguire con precisione. I nuovi cerchi avevano un diametro del mozzo leggermente più grande, costringendomi ad allargare la sede sulla forcella e sui forcellini posteriori e poi ritoccare con antiruggine le parti limate. Il freno posteriore aveva una molla che lavorava male e un particolare dado con testa cava spezzato (necessario per l’alloggiamento del cavo freno). Ho sostituito molla e dado cannibalizzando un vecchio freno preso dallo scantinato di un negoziante e cambiato tutte le rondelle con delle nuove in acciaio inox. La serie sterzo era di qualche decimo di millimetro più grande, problema risolto grazie all’inserimento di qualche lamina di similoro. Allargamento delle sedi dei perni della forcella con una lima tonda. Ho poi trattato freni e collarino reggisella con un prodotto spray antiruggine trasparente. Nonostante la vernice a polvere sia molto più resistente a graffi e corrosione rispetto a una verniciatura a spruzzo, ho prestato particolare attenzione nel maneggiare la bici e fissarla al gancio del supporto con adeguata imbottitura. Montaggio della nuova serie sterzo. Riassemblaggio Man mano che procedevano i lavori è stato molto gratificante vedere l’immagine che avevo in testa fin dall’inizio prendere forma pian piano. Ho montato il movimento centrale, la guarnitura, le pedivelle e la serie sterzo ingrassando le varie sedi. Ho installato forcella e attacco manubrio poi ho montato la piega manubrio, le leve dei freni, fatto passare i cavi e guaine, le manopole, le ganasce dei freni con i pattini nuovi. Già pregustavo il primo giretto, il gonfiaggio degli pneumatici si stava avvicinando! Pipa, manubrio, leve dei freni e passaggio guaina freno posteriore. Per le ruote ho scelto una coppia di ruote con la posteriore a doppio pignone: da un lato con ruota libera e dall’altra fixed, per avere la scelta di utilizzo a seconda delle situazioni. I vecchi freni Universal lucidati sul telaio riverniciato fanno la loro bella figura! Infine ho montato la catena, il reggisella, la sella. Ho effettuato le ultime regolazioni, ho portato le gomme alla giusta pressione e… finita! Data la situazione particolare che stiamo vivendo, il mio giro di collaudo è stato confinato nel portico di casa: tutto in ordine, ma il giro d’onore da dedicare al nonno dovrà aspettare! Ed ecco la Paganini trasformata in fixed a lavori ultimati. Rimodernare la bici del nonno: costo e tempi Da quando ho posizionato la bici sul banco per la prima volta fino al termine dei lavori è trascorso circa un mese. Ho lavorato nei ritagli di tempo, quindi appena tornato dal lavoro o dopocena, qualche oretta in più nei weekend, senza fretta. Per tutti i componenti, attrezzi, sabbiatura e verniciatura ho speso circa 350 euro. Purtroppo il giro ufficiale avverrà a fine quarantena. Conclusioni Certo, con 350 euro mi sarei potuto comprare una fixed nuova, magari spendendo anche meno, ma di certo non avrei imparato tanti trucchi del mestiere e tecniche di lavoro nuove, oltre al fatto di essermi messo alla prova in qualcosa che prima non avevo mai fatto. Inoltre gli attrezzi comprati sono un investimento e mi potranno tornare utili in futuro, per me o i miei amici. L’autore dell’articolo con la sua fixed ultimata, Fabio Scandroglio. Ma soprattutto se avessi acquistato una fixed non avrei avuto la soddisfazione di dare una nuova vita alla gloriosa bici del nonno Ettore, un uomo a cui ero molto legato e che ora sarebbe fiero di me. Articolo e foto realizzati per BiciLive.it da Fabio Scandroglio