Ciclovia Trieste-Venezia, 250 chilometri tra valori naturalistici, paesaggistici e storici Emanuele Peri 25 Novembre 2021 Bike News Passi importanti per la viabilità in bicicletta arrivano dal versante nord-Adriatico. La Regione Veneto e la Regione Friuli Venezia Giulia hanno infatti sottoscritto un importante accordo di collaborazione per la progettazione e la successiva realizzazione della Ciclovia Trieste-Venezia. Una notizia che farà felici non solo i tanti ciclisti della zona che amano pedalare in sicurezza, ma anche il turismo locale. Infrastrutture simili infatti attirano anche appassionati cicloturisti del nord-Europa, che potranno sfruttare la Ciclovia per visitare due città storiche come Trieste e Venezia. La Ciclovia Trieste-Venezia ha un costo di 16 milioni di euro per il primo lotto funzionale. Una somma che per metà sarà coperta dal Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili (MIMS) che grazie al governo ha ricevuto un totale di 91 milioni per la realizzazione di un sistema nazionale di ciclabili turistiche. Nella progettazione e la successiva esecuzione, spiega l’Assessore a Infrastrutture e Trasporti del Veneto, Elisa De Berti, verrano coinvolti anche le amministrazioni locali, le altre istituzioni ma anche privati, comitati e associazioni. Un pezzo panoramico della nuova ciclovia Trieste-Venezia. Fonte: girofvg.com Molto interessante il percorso che legherà i due capoluoghi di provincia. Parliamo di 250 chilometri molto semplici dal punto di vista altimetrico che potranno essere percorsi tanto dagli esperti quanto da coloro che usano la bicicletta di rado. Da Trieste si toccheranno alcune delle più belle città costiere (e non solo) del Friuli e del Veneto. Ugualmente importante il fatto che il 75% della Ciclovia è in sede propria, ovvero non sono presenti automobili, mentre il restante 25% in sede promiscua, vale a dire strade a basso livello di traffico e con limiti di velocità. L’itinerario può essere diviso in cinque tappe da circa cinquanta chilometri ciascuna per assaporare al meglio tutto il paesaggio circostante. Una prima sosta quasi obbligata può essere quella di Aquileia, una delle città più ricche e meglio conservate dell’Impero Romano nel Mediterraneo. Ci si dirige poi verso la spiaggia di Marina Julia, centro della Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo e Grado. Questa piccola cittadina è collegata alla terra ferma da una sottilissima striscia di terra ed è diventata nel tempo una famosa località turistica e termale, conosciuta anche con il nome di Isola d’Oro. Un’altra possibile fermata è quella di Marano Lagunare, attraverso la Bassa Friulana, una mini-Venezia di origine antichissime che conserva testimonianze molto belle del suo passato. A pochi chilometri troviamo Lignano Sabbiadoro, famosa spiaggia adriatica che ogni estate attira turisti italiani e stranieri per il suo mare limpido e la sua accesa vita notturna. Fonte: girofvg.com Attraverso i canneti, le spiagge sabbiose e paesi storici, come Bibione e Caorle, raggiungeremo Punta Sabbioni. A questo punto l’arrivo nella città lagunare di Venezia è davvero particolare. Sarà possibile infatti caricare la propria bicicletta su un vaporetto che porterà direttamente al centro con uno scalo nella iconica Piazza San Marco. Come è facile intuire stiamo parlando di un percorso che unisce i valori naturalistici, paesaggistici e storici. Ventidue chilometri attraverso aree protette e siti Natura 2000 come il Carso, la Cavana di Monfalcone, la foce dell’Isonzo, la Valle Canavata, le lagune di Grado e Marano e il corso del fiume Stella. Per rendere più accessibile la Ciclovia, il tracciato tocca l’aeroporto di Trieste e numerose stazioni ferroviarie. Una posizione strategica e facilmente raggiungibile da diverse parti che renderà la Trieste-Venezia il primo tratto italiano dell’itinerario Adria Bike, che unisce la Slovenia al Belpaese, da Kranjska Gora al capoluogo giuliano. Un altro passo in avanti dunque per la realizzazione di una rete ciclabile che copre l’intera superficie italiana e che permetterà di avvicinarsi ulteriormente agli altri paesi europei, che già da alcuni anni sfruttano il cicloturismo per far conoscere cultura, storia ed enogastronomia del territorio.