ANCMA: “Riapertura immediata delle imprese del settore” o tenuta a rischio Alessio Valsecchi 18 Aprile 2020 Bike News L’allarme per tutte le realtà commerciali operanti nel settore del ciclo (e del motociclo) è stato lanciato oggi 18 aprile 2020 da Paolo Magri di Confindustria ANCMA: il presidente dell’associazione dei produttori di cicli, motocicli e accessori ha segnalato come il sistema industriale e la rete di distribuzione e vendita del mercato stiano subendo un danno economico molto rilevante. “La tenuta è a rischio”, è stata la sua preoccupante sintesi. A quasi due mesi di distanza dalla morte della prima vittima italiana del Coronavirus e a quasi sei settimane dalle prime misure restrittive imposte da Governo e Regioni per cercare di contenere e domare la pandemia Covid-19, ANCMA ha fatto il punto della situazione in una lettera inviata a Vittorio Colao, il manager alla guida della task force che sta studiando i modi e i tempi per la “ripartenza”. La sua richiesta è semplice: “la riapertura immediata delle imprese del settore”. La piazza del Duomo di Milano deserta è perfetta per descrivere il lockdown che ha confinato in casa ciclisti e negozianti. ANCMA e la crisi del settore ciclo Nei giorni scorsi anche noi di BiciLive.it abbiamo dato molto spazio a considerazioni e proposte sul presente e il futuro del mercato delle biciclette e dei sui protagonisti: aziende, negozianti, ciclisti. Manuel Marsilio di CONEBI nell’intervista di Claudio Riotti ci ha parlato di stime che prevedono per il mercato perdite nell’ordine del 30-60% e un volume di produzione più basso del 30-40% rispetto allo stesso periodo in normali condizioni. Il general manager della Confederazione Europea dell’Industria del Ciclo (di cui ANCMA è associata) ha sottolineato come oltre cinquantamila negozi e distributori di biciclette ed ebike ne saranno gravemente colpiti. Gli fa eco Magri, che ha parlato di un mercato italiano in calo del 66% già a marzo, quando si sono chiusi i negozi: i numeri da sogno delle vendite 2019 di bici sono stati sostituiti da un incubo che rischia di essere solo agli inizi. Quello delle due ruote (biciclette o moto che siano) è infatti un mercato che è al suo picco nei mesi che vanno da marzo a luglio, proprio quelli in cui l’impatto del Coronavirus si prevede maggiore. E sarà ben difficile recuperare una parte dei volumi d’affari se le chiusure dei negozi si protrarranno. Nei due giorni a CosmoBike Show 2020 a Verona il mercato del ciclo era in grandissima forma. Il baratro distava solo pochi giorni… Previsioni nere anche per l’export Anche l’ormai certo calo dell’export è fonte di preoccupazione per Magri, che ha ricordato come il 18% della produzione europea di bici e quasi la metà di quella delle motociclette avvenga in Italia: si tratta di una vera e propria eccellenza industriale del nostro Paese che produce circa 2,6 milioni di biciclette ogni anno e 320.000 moto. Senza contare le tante altre realtà – grandi e piccole, note e meno note – dedite alla produzione di accessori, componenti e abbigliamento tecnico, tutte in attesa di trimestri commerciali che immaginare deludenti è dire poco. Aziende “che hanno fatto la storia di questo settore a livello internazionale”, per usare le parole del presidente, e che dovranno trovare un modo per andare avanti e difendere l’indiscusso ruolo di leadership che per anni hanno interpretato su mercati esteri. Negozianti e ciclofficine: si respira a fatica Il nostro direttore Matteo Cappè ha descritto alcune delle difficoltà odierne dei negozianti nel suo editoriale di aprile 2020 pubblicato qualche giorno fa: Paolo Magri di ANCMA ha parlato di una rete vendita “in affanno”. “Un tessuto commerciale costituito da circa 5000 negozi, piccole realtà imprenditoriali talvolta a conduzione familiare, che in questo momento con l’adozione, ad esempio, di misure di vendita alternative potrebbero in qualche misura tornare a respirare e favorire la diffusione di bici e moto”. Questo è un discorso ricco di potenziale, ma quante realtà avranno la forza e i mezzi per poterlo fare in tempi brevi? La speranza è che anche il Decreto Clima possa in qualche modo aiutare. Torneremo presto a poter pedalare al parco? ANCMA spera proprio di sì. ANCMA: riapertura immediata e ripresa Il presidente di Confindustria ANCMA è certo che i mezzi a due ruote avranno un ruolo molto importante nella mobilità urbana in occasione della prossima Fase 2, quella della “ripartenza”. Il nostro Alessandro Borghi aveva parlato di distanziamento sociale e rivoluzione della mobilità solo quattro giorni fa, ipotizzando uno scenario che Magri abbraccia a pieno, soprattutto nei contesti cittadini. Le bici, elettriche e non, potrebbero essere protagoniste dei cambiamenti che verranno e che ci faranno compagnia nei mesi futuri di convivenza col virus, perché “possono assicurare in maniera esclusiva il distanziamento sociale, la velocità negli spostamenti e una maggiore sostenibilità ambientale”. Nel chiedere la “riapertura immediata” delle aziende del settore ciclo Magri ha ribadito che gli associati di ANCMA sarebbero pronti a tornare all’attività a pieno regime già oggi, non senza una mantella protettiva di grande responsabilità: sarà imprescindibile l’adozione di rigorosi protocolli sanitari da condividere con le parti sociali. Tutto per salvaguardare la salute dei lavoratori e per tutelare un mercato, contraddistinto da una spiccata stagionalità, che è probabile impiegherà mesi per rialzarsi da questa caduta.