Pedalare non è solo un modo per spostarsi, ma la sua vera essenza è la possibilità di attraversare luoghi, scoprire tradizioni, assaggiare piatti tipici, immergersi nella cultura e soprattutto ascoltare quelle storie che, se ci vengono raccontate dalle persone del posto, ci arricchiscono e ci emozionano.

Abbiamo avuto l’occasione di pedalare lungo alcuni tratti del Cammino del Bardolino che, ricordiamo, non è un singolo itinerario ma una vera e propria rete di itinerari che possono essere affrontati a piedi o in bici: percorsi che collegano la storia, i  luoghi e le persone

Noi abbiamo visitato solo alcune zone e realtà di quest’area di cui vi parliamo nel dettaglio di seguito, prima però cerchiamo di capire meglio cosa è il Cammino del Bardolino.

Il Cammino del Bardolino

Il territorio del Bardolino della provincia di Verona in Veneto, famoso per il suo vino, è stato trasformato in un’esperienza emozionante e multisensoriale con la creazione del “Cammino del Bardolino.”

Questo percorso ciclopedonale, lungo 140 km complessivi, è stato realizzato grazie alla collaborazione di sei Comuni e al sostegno dell’Associazione GAL Baldo Lessinia, che mirano a valorizzare le risorse storico-culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche di questa affascinante regione.

Vista aerea del Bardolino – Foto Archivio fotografico Gal Baldo Lessinia

I sei Comuni coinvolti nel Cammino del Bardolino, tra cui Bardolino, sono tutti produttori del pregiato Vino Bardolino Classico. Questo percorso consente ai visitatori di esplorare le bellezze meno conosciute di queste terre, immergendosi tra le colline punteggiate di vigneti e attraversando antichi borghi e monasteri che raccontano la storia millenaria del territorio.

Ogni itinerario del Cammino del Bardolino offre una diversa prospettiva delle meraviglie del territorio e può essere percorso a piedi o in bicicletta. La lunghezza varia da percorsi brevi di 3 km a itinerari più impegnativi di circa 20 km.

La presenza di pannelli informativi con QR code semplifica notevolmente la navigazione, permettendo ai visitatori di scaricare mappe in formato GPX e di individuare aree di sosta attrezzate, parcheggi gratuiti e ricevere informazioni dettagliate su punti di interesse lungo il percorso.

Segnaletica del Cammino del Bardolino lungo la ciclabile in località Costermano.

Ma il Cammino del Bardolino è molto più di un semplice itinerario: è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Lungo il percorso è possibile fare piacevoli soste presso le aziende agricole che producono il Bardolino Doc, dove è possibile degustare il vino e altri prodotti locali. Queste tappe sono una finestra sulla tradizione enogastronomica del territorio e permettono ai visitatori di scoprire autentici sapori locali.

Partendo da Bardolino, noto per il suo lungolago, locali accoglienti e spiagge soleggiate, il Cammino svela un lato meno conosciuto del borgo. Questo antico paese ha una storia ricca da raccontare e l’esplorazione dei suoi itinerari permette di scoprire tutte le sfumature che compongono la sua identità.

Vendemmia in corso in uno dei numerosi vigneti incontrati nel nostro giro.

Lungo il percorso si attraversano colline ricoperte di vigneti che si estendono all’orizzonte, borghi rurali che sembrano sospesi nel tempo, chiese antiche e monasteri che raccontano storie millenarie. È interessante notare che furono i monaci nel lontano Medioevo a introdurre la coltivazione della vite e dell’ulivo in queste terre, gettando le basi per le eccellenze enogastronomiche di oggi, come il rinomato vino Bardolino.

Vigne sulle pendici del Monte Moscal.

Il Cammino del Bardolino è un’esperienza che conduce i visitatori in un viaggio emozionante tra storia, natura e sapori autentici. È un tributo alla tradizione vinicola di questa regione, un invito a esplorare la sua ricca eredità culturale e a gustare i tesori enogastronomici che solo questa terra può offrire. 

Attorno al Monte Moscal

La nostra esperienza alla scoperta del Cammino del Bardolino ci ha portato, insieme alle guide del posto, ad “assaggiare” alcuni tratti dei 140 km di itinerari proposti. 

Come ho anticipato nell’introduzione, questo itinerario propone di utilizzare la bici per scoprire il territorio: anche la nostra esperienza è stata come dire, più turistica che ciclo-turistica, ma non vorrei essere frainteso: abbiamo percorso meno km di quanto ci si aspetta da un itinerario cicloturistico ma soffermandoci molto in un’area più circoscritta. 

Suggeriamo questo approccio soprattutto a chi voglia addentrarsi in un territorio e scoprirlo in tutti i suoi dettagli. 

Il Cimitero di Guerra Tedesco.

Cimitero di Guerra Tedesco

Appena partiti da Costermano abbiamo fatto tappa al Cimitero di Guerra Tedesco, situato sulle colline sulla riva orientale del lago di Garda, contiene le salme di oltre 22.000 caduti tedeschi e altri durante la seconda guerra mondiale. Tuttavia, la presenza di alcuni membri delle SS e di coloro che hanno commesso crimini contro l’umanità ha suscitato polemiche.

Il console tedesco a Milano ha dichiarato che il cimitero dovrebbe essere un luogo di ricordo e coscienza, ma anche di ammonimento sulla terribile storia della guerra e dei suoi orrori. 

A parte queste informazioni generali, vi dò la mia personale opinione che evade da pregiudizi, polemiche e fatti storici: è un luogo interessante, davvero molto curato, silenzioso, permette di soffermarsi a riflettere in un luogo che per certi versi affascina. 

In direzione di Albaré.

Da Costermano abbiamo proseguito per Albaré, un itinerario che gira praticamente attorno al Monte Moscal ma al cospetto di un’altra montagna molto più nota della zona, che abbiamo solo ammirato da lontano: il Monte Baldo

La nostra guida Andrea Gelmetti con alle spalle il Monte Baldo.

Al suo cospetto, attraversando vigneti in piena vendemmia, abbiamo poi fatto una sosta al BiciGrill di Affi e poi visitato i lavatoi di Incaffi, lasciandoci per il pomeriggio una visita a una delle perle della zona: il Forte di Rivoli Veronese

I lavatoi di Incaffi.

Il Forte di Rivoli Veronese

Non posso trattenermi dal dire che fin da bambino sono sempre stato affascinato da questo genere di costruzioni (adoravo disegnare proprio i forti sulle rocche nel periodo in cui frequentavo le scuole elementari, N.d.A.). 

Il Forte di Rivoli Veronese in una immagine aerea. Foto Archivio fotografico Gal Baldo Lessinia.

La nostra visita è stata davvero piacevole accompagnati da Tiziano Cristofaletti, Responsabile delle Operazioni ed Emilio Merlin, il Presidente dell’Associazione Amici del Forte. 

Tiziano Cristofaletti, Responsabile delle Operazioni dell’Associazione Amici del Forte di Rivoli e consigliere comunale di Rivoli Veronese.

Ci hanno permesso di entrare nella storia e nei dettagli costruttivi di questo forte e, almeno per quanto mi riguarda, ne sono rimasto davvero colpito… Non era presente ma ci teniamo a ricordare anche il lavoro del Dott. Luca Gandini, Responsabile della Ricerca Storiografica.

Emilio Merlin, Presidente dell’Associazione Amici de Forte di Rivoli.

Una breve descrizione del Forte Rivoli

Il Forte Rivoli, noto anche come Forte Wohlgemuth, è una fortezza situata a Rivoli Veronese, sulle rive del fiume Adige. Costruito come difesa del confine austriaco, prende il nome da un generale dell’impero che si distinse durante la prima guerra di indipendenza. Dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia è diventato di proprietà del Regio Esercito e ha assunto il nome di Forte Rivoli.

L’edificio è costruito principalmente con pietra locale, utilizzando il rosso ammonitico e il cotto per gli archi. Ha una struttura principale con una doppia casamatta di forma cilindrica sovrapposta, simile alle Torri Massimiliane veronesi, ma leggermente più grande. Questa struttura, insieme alla sua posizione strategica, consentiva di coprire un arco completo di 360 gradi con il fuoco dell’artiglieria.

Le feritoie nei muri delle casematte per le artiglierie sono ben rifinite e il piano superiore ha quattro feritoie per l’artiglieria, mentre quello inferiore ha quattro gruppi di tre feritoie per la fucileria. All’interno è presente un cortile rotondo con una cisterna e un pozzo. Il cortile è accessibile da una galleria verso est, posta al livello del suolo, ed è circondato da una muraglia con feritoie.

Alcuni dettagli su Forte Rivoli

Forte di Rivoli, pietre della parete esterna e feritoie.

Le pietre che si vedono dall’esterno con una forma apparentemente casuale, attraversano tutta l’intera parete, la forma “poliedrica” è la sezione della pietra lunga 1,8 metri su uno spessore totale che arriva a 3 metri!

La parte superiore del forte è ricoperta di sabbia, questa aveva il compito di filtrare l’acqua piovana che veniva poi raccolta in un pozzo all’interno del forte, rendendo indipendente il forte dal punto di vista idrico. 

I pavimenti delle polveriere sono in legno, areati da un sistema di intercapedini e passaggi d’aria. Sul pavimento non venivano utilizzati chiodi di metallo per evitare scintille, ma chiodi di legno ancora visibili e in ottimo stato. 

L’intera struttura è un’opera d’arte dal punto di vista architettonico e ingegneristico, non solo le pareti esterne, ma anche le pareti e le volte interne in mattoncini, la scala a chiocciola interna e il cortile con il pozzo affascinano per la loro realizzazione.

Attualmente il forte, oltre ad essere aperto al pubblico per essere visitato, viene utilizzato anche per eventi, spazio per mostre, concerti e momenti di ritrovo culturali e storiche. 

Villa Carlotti, Museo Civico Caprino Veronese

Nel nostro giro siamo stati anche in visita a Villa Carlotti, situata a Caprino Veronese a circa 30 chilometri a nord di Verona. La villa è un importante sito storico e culturale. Costruita nel 1400 e successivamente ampliata nel 1600 dalla famiglia Carlotti, nota per il loro coinvolgimento nella produzione di oggetti in vetro, è diventata di proprietà del Comune nel 1937. 

Attualmente, la villa ospita il municipio e un museo civico che espone la storia del territorio, tra cui una nota opera d’arte, il “Compianto sul Cristo Morto”: un notevole gruppo scultoreo trecentesco realizzato in calcare organogeno. Questa scena raffigura il Cristo deposto nel sudario, circondato da sei figure a grandezza naturale che esprimono dolore. L’opera è attribuita al Maestro di Sant’Anastasia e risale alla prima metà del XIV secolo. Dopo un recente restauro a Firenze nel 2021, l’opera è esposta al museo e viene descritta come potente e monumentale dal critico d’arte Vittorio Sgarbi.

Nella “Sala dei Sogni” del Museo Civico di Villa Carlotti, affreschi straordinariamente fantasiosi rappresentano personaggi orientali, creature mitologiche, uccelli, scimmiette, carrozze e galeoni, creando un’esperienza unica e affascinante.

Azienda Agricola di Bresaola Maria Assunta

Infine non poteva mancare una visita in una delle numerose aziende agricole del territorio, noi siamo stati accolti dalla famiglia della signora Maria Assunta. Con il figlio … e il marito … portano avanti ormai da oltre 20 anni la produzione di ciliegie e da 10 anni la produzioni di mele biologiche. 

L’azienda Agricola Bresaola Maria Assunta.

Affascinante la loro storia e soprattutto abbiamo percepito la loro passione per questo lavoro che può sembrare apparentemente facile, ma è pieno di insidie e problemi che questa famiglia ha saputo pazientemente e intelligentemente risolto cercando soluzioni che gli hanno permesso di rendere sostenibile questa attività. 

GAL Baldo Lessinia

Il GAL Baldo-Lessinia ha attuato la Strategia di Sviluppo Locale “IN.S.I.E.M.&” 2014-2022 tramite cinque “Progetti Chiave” per promuovere lo sviluppo turistico sostenibile del territorio.

Hanno utilizzato il finanziamento TI 19.2.1.x per migliorare la conoscenza dei territori rurali e promuovere l’area come destinazione turistica di valore tramite opere e percorsi riqualificati dai comuni coinvolti. Inoltre, hanno realizzato video, eventi e cinque press tour per la stampa nazionale.

Il Progetto Chiave 05, chiamato “Sviluppo del turismo sostenibile nell’entroterra del Lago di Garda: il Cammino del Bardolino”, mira a collegare le risorse storico-culturali, agricole e naturali del territorio del Lago di Garda attraverso un itinerario basato su percorsi esistenti, promuovendo nuovi percorsi meno frequentati per esplorare un’area di 130 chilometri quadrati che coinvolge sei comuni, con Bardolino come capofila. Questa iniziativa offre un’opportunità per scoprire il paesaggio e le sue caratteristiche.

A proposito dell'autore

Appassionato di mountainbike dalla nascita, scopre la fotografia molto giovane, dopo la laurea in architettura non abbandona il sogno di lavorare come fotografo e da quel momento inizia la sua vera carriera da professionista lavorando come fotografo specializzato nell'action photography e fornendo servizi ad aziende di ogni genere... Attualmente ha il ruolo di Direttore Responsabile di BiciLive.it