Colonnine di ricarica: ne serviranno 7 milioni entro il 2030 Silla Gambardella 19 Febbraio 2022 Bike News Corre l’anno 2030. I motori a scoppio sono banditi e tutti girano con l’auto o lo scooter elettrici. Non è una colorita canzone degli Articolo 31 di qualche anno fa. E nemmeno uno scenario di fantascienza alla Isaac Asimov. È quello che accadrà realmente tra meno di un decennio in Europa. Il Climate Action Plan ha infatti decretato il divieto di vendita di veicoli a combustione interna dal 2030. La Commissione Europea si è presa qualche anno di più, e ha decretato lo stop alla produzione di veicoli con motori a combustibili fossili a partire dal 2035. Tuttavia, la questione non cambia. Tra qualche anno ci sarà bisogno di sostituire le pompe di benzina e diesel con colonnine di ricarica per le batterie elettriche. Sebbene qualcuno stia già lavorando a un motore a idrogeno e ossigeno, la strada dell’elettrico è attualmente quella più percorribile. Ma quante colonnine occorreranno per soddisfare il fabbisogno energetico di tutti i 27 Paesi dell’Unione Europea? Meno di 4 milioni. No, almeno 7 Le stime sono discordanti. Da una parte, c’è la Commissione Europea, dall’altra ACEA (Association des Constructeurs Européens d’Automobiles), l’associazione di produttori di automobili a cui aderiscono 16 aziende del settore. La prima afferma che saranno necessarie 3,9 milioni di punti di ricarica. La seconda, invece, sostiene che ne servano quasi il doppio: almeno 7 milioni. Per questo l’associazione di produttori di automobili ha pubblicato un documento per evidenziare l’inadeguatezza della stima della Commissione Europea rispetto alle necessità dei veicoli elettrici a partire al 2030. Lo scopo è prevenire il problema della carenza di punti di ricarica prima che non ci sia tempo per intervenire. Su una cosa però sia la Commissione Europea che ACEA sono d’accordo: nel 2030 in Europa circoleranno 34.4 milioni di vetture elettriche e 13.7 milioni di vetture ibride. Tuttavia, laddove la Commissione Europea stima un consumo medio di 12KWh/100km percorsi, ACEA è meno ottimista e parla di almeno 20KWh/100 km. La Commissione Europea ha anche stimato che ogni colonnina abbia una potenza di ricarica media di 7.7kW. Anche in questo caso, ACEA spinge affinché la potenza media sia portata a 11kW. ACEA chiede inoltre che la percentuale di punti di ricarica presso le stazioni di rifornimento pubbliche sia aumentata del 60% rispetto a quella attuale, mentre la Commissione Europea avrebbe previsto un incremento del solo 40%. Le sette proposte di ACEA per attuare la transizione ecologica L’Associazione dei produttori di automobili europea non ha pensato solo alle vetture utilitarie, ma anche ai furgoni aziendali, agli autobus di linea e ai pullman. Anche per questo le sue richieste sono più alte della stima calcolata dalla Commissione Europea. Il documento di ACEA fa poi leva su sette punti da tenere in considerazione per gestire la transizione ecologica nei trasporti nel migliore dei modi. Tra questi: aumentare l livello di potenza necessaria per la ricarica pubblica; allineare la tempistica di attuazione della rete centrale TEN-T con quella della rete globale TEN-T, aumentando al contempo la potenza complessiva installata per punto di ricarica; introdurre un parametro di densità per i punti di ricarica; stimolare l’implementazione della ricarica rapida; tenere in considerazione le specificità dei furgoni; ridurre la distanza massima tra le stazioni di rifornimento di idrogeno (sì, sono previste anche quelli in futuro!) da 150 a 100 km entro il 2027 e accelerare il loro dispiegamento. Ricordiamo a chi non lo sapesse che la rete TEN-T è lo spazio unico europeo dei trasporti basato su un’unica rete transeuropea completa, integrata e multimodale tra trasporto terrestre, marittimo e aereo, che ha l’ambizione di collegare tutti gli stati membri dell’UE in maniera intermodale.