Dall’Europa 82 iniziative per una mobilità più sostenibile e smart Pietro Franzese 2 Febbraio 2021 Bike News L’Unione Europea ha un ambizioso piano per il 2050 chiamato Green Deal Europeo: diventare il primo continente al mondo a impatto climatico zero. La Commissione europea ha indicato una tabella di marcia per rendere sostenibile l’economia dell’UE, trasformando i problemi ambientali e climatici in opportunità in tutti gli ambiti e rendendo la transizione giusta e inclusiva per tutti. Secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’ambiente, nel 2016 il 13% delle emissioni di CO2 dovute al settore dei trasporti. In particolare le sole auto di tutto il mondo inciderebbero per il 72% sul totale delle emissioni del comparto. Risulta quindi evidente che il trasporto su strada, rotaia, vie navigabili ed aria deve diventare più sostenibile. Questi cambiamenti passano necessariamente dal modo che i cittadini europei usano per spostarsi. E alcuni sono anche già in atto. Anno dopo anno si moltiplicano le adesioni in tutti i paesi d’Europa ad associazioni a tutela dell’ambiente, a riprova del fatto che l’argomento è tra i più sentiti a livello comunitario. Secondo un sondaggio su 27.000 cittadini di tutti i paesi dell’unione, i cambiamenti climatici preoccupano il 51% degli europei, seguiti dall’inquinamento atmosferico (46%) e dai rifiuti (40%). I dati dimostrano che la preoccupazione c’è e si è fatta sentire anche durante le scorse elezioni politiche Europee, dove l’attenzione verso l’ambiente è entrata prepotentemente nei punti di quasi tutti i partiti. La politica ha da tempo percepito questa necessità e con il Green Deal Europeo vuole creare una strategia europea strutturata attorno a tre obiettivi chiave: rendere la mobilità UE più ecologica, resiliente e digitale. E per farlo la Commissione europea ha fissato un percorso a tappe in grado di abbracciare l’intero sistema. Abbiamo più volte quest’anno sottolineato come anche in Italia (uno dei paesi più motorizzati d’Europa) la percezione sta cambiando e si è già partiti lo scorso anno a favore di politiche per ridurre il traffico su strada. L’obiettivo comune promosso dall’Unione Europea è per il 2030 è di avere sulle nostre strade almeno 30 milioni di automobili e 80.000 autocarri a zero emissioni. Sempre per lo stesso anno saranno un centinaio le città del continente che dovranno essere climaticamente neutrali. Un target ambizioso ma molti si chiedono: come potranno le nostre città raggiungere questi obiettivi? La commissione ha delineato due vie principali: “recharge and refuel” e la “carbon tax”. La prima mira a costruire 500 stazioni di idrogeno entro il 2025 e un milione di punti di ricarica pubblici entro il 2030. La così detta “carbon tax” invece vuole imporre una nuova tassazione sulle emissioni di CO2, i pedaggi stradali e una revisione completa delle norme sui pesi e le dimensioni dei veicoli pesanti. Va da sé che le città dovranno incentivare il più possibile l’uso dei mezzi a mobilità sostenibile e di micro mobilità urbana. Strade con limite 30, aree pedonali, bike lane e ciclabili diventeranno presto sempre più diffuse e ramificate nelle nostre città. Le biciclette e i mezzi di mobilità sostenibile saranno presto protagonisti di come i cittadini si muovono nelle città europee. E l’Italia? I timidi dati positivi nel 2020 sono sicuramente l’inizio del cambiamento, ma ad oggi è ancora molto il lavoro da fare. Se c’è però una cosa dove l’Italia rispetto ad altri paesi Europei è più avanti, quello è di certo il trasporto su rotaia, un altro tassello importante in questa nuova strategia comunitaria. La strategia europea per lo sviluppo del trasporto ferroviario è chiara: entro il 2030 del traffico ferroviario ad alta velocità va raddoppiato. Lo scopo è rendere il trasporto intermodale (ad esempio bici+treno) competitivo con quello su strada. Entro il 2021 la Commissione svilupperà un piano d’azione per potenziare i servizi ferroviari passeggeri a lunga percorrenza e transfrontalieri. Nel 2050, Bruxelles mira a veder raddoppiare il traffico merci su rotaia e a inaugurare la piena operatività della rete di trasporto transeuropea multimodale (TEN-T). Il nostro paese ha da qualche anno iniziato a potenziare il settore del trasporto su ruota e si moltiplicano anno dopo anno i treni (anche nel sud Italia) adatti al trasporto delle biciclette. Ma non finisce qui perché il terzo settore dei trasporti che verrà stravolto è quello dei trasporti per aria e per acqua. Grandi navi a emissioni zero entro il 2030 e investimenti nella tecnologia elettrica per avere aeroplani elettrici entro il 2035. Una grande svolta verrà data dall’imminente iniziativa FuelEU Maritime che promuoverà la produzione e l’adozione di combustibili marittimi sostenibili. A supporto di questa iniziativa anche lo sviluppo di porti puliti e di “zone di controllo delle emissioni” in tutte le acque comunitarie sarà vagliato nel 2021 dalla commissione. Sul fronte aereo invece, Bruxelles presenterà una proposta per ridurre le quote ETS assegnate gratuitamente alle compagnie aeree. Grandi sviluppi e cambiamenti per due settori (quello della spedizione merci via mare e quello del trasporto aereo) che per ora non hanno mai conosciuto crisi ma solo continui sviluppi a partire dagli anni ’90. Va da sé che il piano Europeo è molto ambizioso e di non certa riuscita. Tra gli 82 punti citati dalla commissione ne troviamo alcuni che sarà veramente dura portare avanti, tra cui la tassazione comunitaria sui consumi energetici (punto n.30) oppure una decisa spinta verso la guida autonoma dei veicoli su strada (punti n.39 e n.82). La lista degli 82 punti sviluppata dalla Commissione Europea inoltre specifica cosa si vuole ottenere ed entro che anno (sono molti i punti da portare a termine già quest’anno) ma non illustra il modo. Alcuni punti invece ci sembrano di abbastanza facile sviluppo come per esempio la revisione delle emissioni di CO2 (punto n.3) che alcuni paesi (tra cui l’Italia ha già portato avanti negli anni passati). La convivenza di tanti paesi nell’Unione con esigenze e mentalità diverse (basti pensare alla differenza tra nord e sud Europa) senza una chiara politica comune rischia di portare ad un nulla di fatto la coraggiosa iniziativa. Ma da qualche parte bisogna pur iniziare e la stesura di questi ottantadue punti è sicuramente un inizio di una road map comune verso un sistema dei trasporti più sostenibile. Non sappiamo come sarà il mondo del 2050 ma la strada intrapresa per uno sviluppo della mobilità sostenibile sembra essere quella giusta. Indubbiamente c’è ancora tanto lavoro da fare sia da parte delle istituzioni che dai cittadini ma di una cosa siamo certi: la bicicletta e i mezzi di mobilità sostenibile saranno sempre più protagonisti delle nostre città. Approfondisci l’argomento sulla pagina ufficiale del Green Deal Europeo.