Sindrome del piriforme: cos’è e come si cura Davide Allegri 1 Dicembre 2019 Wiki Bike Nell’ultima corsa hai sentito un dolore al gluteo con alcune scosse che scendevano verso la gamba? Le tue prestazioni nell’ultima gara di triathlon sono state limitate da questi dolori? La sindrome del piriforme è una patologia diffusa in larga parte tra gli sportivi che utilizzano prevalentemente le gambe, come appunto ciclisti, runner e triatleti. Se non diagnosticata e curata potrebbe portare a spiacevoli e invalidanti sintomatologie… e addio alle performance. In questo articolo faremo chiarezza sulla sindrome del piriforme e su come prevenirla. Che cos’è il piriforme? Prima di tutto: che cos’è il piriforme? Il piriforme è un muscolo profondo del bacino e svolge la funzione di ruotare l’anca, quindi la gamba. Non si limita solamente a questo movimento biomeccanico ma interviene nella stabilizzazione del bacino, ha quindi un ruolo molto importante nei movimenti dinamici. Durante la corsa e in parte ridotta durante la pedalata, il muscolo piriforme viene sollecitato intensamente e per l’intero periodo di tempo dell’allenamento. Ovviamente viene anche attivato in ogni movimento del corpo durante la vita quotidiana ma in maniera meno intensa a seconda delle posture e dei lavori che si svolgono. La particolarità del piriforme è la sua prossimità con il nervo sciatico. Per questo motivo una sindrome del piriforme rischia di essere confusa con una possibile ernia o qualsiasi altro problema di tipo nervoso derivante dalla colonna vertebrale. Nella maggior parte dei casi il nervo sciatico passa proprio sotto il muscolo piriforme ma in una percentuale più ridotta di persone lo perfora letteralmente. Se il piriforme andrà incontro a un aumento di tensione ci sarà, in forma più o meno incisiva, la compressione del nervo sciatico. Le conseguenze potranno essere molto fastidiose e arrivare al punto di limitare lo svolgimento delle attività della vita quotidiana. I sintomi della sindrome del piriforme I sintomi, per i non addetti ai lavori, saranno molto simili a quelli di un’ernia lombare. Irradiazione del dolore dal gluteo verso il polpaccio, sensazione di scosse sempre con partenza dal gluteo, perdita di forza sull’arto, bruciore in zona profonda del gluteo, limitazione dei movimenti e dolore durante la corsa. Se trascurati i sintomi possono portare ad adattamenti posturali con conseguenti dolori in zone diverse del corpo, tra i più comuni abbiamo la classica lombalgia dopo la corsa. La sindrome del piriforme colpisce prevalentemente le donne, con un rapporto di 6:1 per gli uomini. Circa il 50% delle persone affette ha riportato un evento traumatico nella zona del bacino. Ci sono però un numero importante di possibili cause e non esiste tutt’ora una causa scatenante ben definita. Specialmente nei runners è possibile che la natura del problema sia dovuta a un’errata tecnica di corsa, appoggio del piede scorretto e utilizzo di scarpe non adatte. Trattandosi però di un muscolo stabilizzante del bacino verrà fortemente influenzato anche dai traumi agli arti, in particolare dalle distorsioni della caviglia che rischiano di modificare la biomeccanica dei distretti corporei. Sindrome del piriforme: diagnosi Se avvertite alcuni dei sintomi riportati qui sopra, la prima cosa da fare è quella di rivolgervi al vostro medico di fiducia in modo da indentificare il problema ed escludere, nel limite del possibile, eventuali patologie strutturali e/o neurologiche. Sarà poi il professionista a impostare il percorso terapeutico una volta identificata la causa. In alcuni episodi molto acuti è possibile che vengano consigliati ulteriori approfondimenti con esami strumentali, ad esempio la risonanza magnetica per analizzare le strutture adiacenti al muscolo piriforme. Come si cura la sindrome del piriforme Solitamente il trattamento della sindrome del piriforme prevede una parte farmacologica e una fisica. Il medico imposterà la terapia farmacologica e invierà il paziente ai professionisti per la parte fisica. Non entro nel merito della parte farmacologica, anche se spesso viene trattata con degli antinfiammatori, ma piuttosto nel recupero fisico e soprattutto nel ritorno allo svolgimento delle attività sportive. Come abbiamo detto, il piriforme interessa principalmente i podisti e in forma ridotta i ciclisti. Superata la fase acuta è opportuno rivolgersi a un osteopata per il recupero della mobilità e verificare eventuali posture scorrette causate dal dolore. Essendo sport di endurance e con gesti ripetitivi è di vitale importanza apprendere nuovamente il gesto tecnico per evitare spiacevoli ricadute. Il passo finale sarà appunto quello di riprendere il gesto sportivo e la tecnica di corsa/pedalata, andando ad aumentare gradatamente intensità e volume di allenamento. Investire sulla prevenzione Non essendo chiare le cause scatenanti della sindrome del piriforme non esiste nemmeno un protocollo preventivo definito. Questo però non significa che ci siano delle abitudini e attenzioni che possono limitare il rischio di insorgenza. Prima di tutto, un consiglio che posso estendere a qualsiasi sport e qualsiasi tipo di prevenzione, è importante mantenere un buon grado di mobilità e flessibilità. Questi sono due parametri che pesano molto sulla corretta esecuzione del gesto tecnico. Il foam roller, il rullo per il rilassamento muscolare, potrebbe tornare molto utile: vi consiglio di inserire questi esercizi con il foam roller nella vostra routine di allenamento. Inoltre, seguite dei protocolli di allenamento con sedute dedicate alla tecnica e agli esercizi a secco, con un occhio di riguardo sull’allenamento del core, ricordando che il muscolo piriforme influenza ed è influenzato dai movimenti di colonna, bacino e gambe. Un allenamento degli addominali e del core può portare solamente dei benefici in termini di stabilità della colonna. Dedicate una parte della seduta di allenamento al riscaldamento e al defaticamento. Curate la postura da seduti, soprattutto nei lavori d’ufficio o che richiedono molto tempo in auto. Ultimo consiglio ma forse il più importante: investite nella prevenzione, dal punto di vista strettamente economico vi costerà molto di più infortunarvi che farvi seguire da dei professionisti del settore. Se lo sport è una parte importante della vostra vita vale la pena investire su voi stessi. Se invece non è in cima al vostro elenco delle priorità provate a sfruttarlo comunque come un mezzo per migliorare la vostra qualità della vita.