L’Unione Europea punta sui treni per una mobilità più sostenibile Pietro Franzese 7 Giugno 2021 Bike News La sostenibilità ambientale e un futuro più green delle nostre città passano necessariamente dal potenziamento del trasporto su rotaia. Ad affermarlo con certezza è l’Unione Europea che nello scorso Consiglio dei ministri europei dei trasporti ha discusso su come rendere più sostenibile il trasporto pubblico all’interno delle nostre città oppure per viaggiare all’interno dei paesi UE. Che il treno sia il mezzo a minor impatto ambientale su medi e lunghi tragitti è cosa nota ma, nonostante la rete su rotaia europea sia di gran lunga la più sviluppata e capillare del mondo, l’Unione Europea vuole incentivare ancora di più l’uso di questo metodo di trasporto. Lo scopo è entro il 2030 rendere il treno il mezzo migliore per spostarsi verso le città europee tramite investimenti mirati nei prossimi anni volti al rinnovamento e ammodernamento delle linee ferroviarie già esistenti. Ma vale la pena scommettere sui treni per rendere le nostre città più sostenibili? Quale mezzo di trasporto inquina di più? Lo scorso febbraio vi avevamo già parlato del Green Deal Europeo per incentivare la mobilità sostenibile. Queste scelte sono supportate da un nuovo report dell’AEA (Agenzia Europea dell’ambiente) che ha rilasciato lo scorso mese un documento dove emerge come il treno sia di gran lunga il mezzo di trasporto più sostenibile. Dati alla mano, sotto il profilo delle emissioni per un treno la CO2 emessa è quasi cinque volte minore rispetto al trasporto aereo, 4,3 volte rispetto a spostarsi utilizzando un’autovettura privata e 2,4 volte rispetto ad autobus e linee pubbliche di trasporto su gomma. Il report dell’AEA parla chiaro: ad oggi il treno è indiscutibilmente il mezzo di trasporto che inquina di meno su base chilometro-passeggero. Le reti ferroviarie europee oggi sono molto sviluppate, soprattutto nei paesi più ricchi come Germania (34.074 Km), Francia (29.488 Km) e Italia (26.500 Km) ma in altri paesi occorre aumentarne il chilometraggio tramite investimenti pubblici dei singoli stati attraverso il meccanismo di sostenibilità europeo. Un grafico che indica gli indici di Co2 prodotto dai vari mezzi di trasporto. Nuove linee ferroviarie: quali investimenti sono previsti? Bruxelles ha intenzione entro il 2050 di veder raddoppiare il traffico merci su rotaia e di inaugurare la piena operatività della rete di trasporto transeuropea multimodale (TEN-T). L’Italia ha accelerato da tempo lo sviluppo e il miglioramento della propria rete, per esempio tramite l’uso di nuovi treni adatti ad esempio anche al trasporto di biciclette. Lo scopo di questi investimenti è chiaro: trasportare le merci su rotaia al fine di diminuire il trasporto su gomma e facilitare l’uso dei treni da parte dei cittadini in modo da diventare sempre più un mezzo primario e non secondario. Interessante è vedere come gli investimenti per nuove reti ferroviarie e nuovi treni saranno affidati ad aziende europee. La manifattura specializzata di mezzi complessi come i treni viene fatta in Italia dalle aziende HITACHI-RAIL Bombardier e Alstom (presente anche in diversi paesi europei), tutte con diversi stabilimenti produttivi in tutta la penisola oppure in Germania dalla GHH-BONATRANS. Sono quindi investimenti che puntano a rimanere al 100% sul territorio europeo e ad accrescere le opportunità di lavoro nel settore ferroviario e in quelli ad esso collegati. Basti pensare alla nuova manodopera che risulterà necessaria per la costruzione di nuovi percorsi ferroviari e la loro manutenzione nel tempo. Ma il potenziamento del trasporto su rotaia in Europa non sarà l’unico investimento di Bruxelles. Per il 2030 lo scopo è di avere sulle nostre strade almeno 30 milioni di automobili e 80.000 autocarri a zero emissioni per rendere le nostre città meno inquinate e più respirabili. Sarà quindi potenziata la rete di ricarica tramite colonnine elettriche nell’ambito urbano ma anche extra urbano. Per il 2030 su strade provinciali, statali e anche sulle autostrade dovrà essere sviluppata una rete capillare per permettere la ricarica di automobili elettriche. L’obiettivo è molto ambizioso: un milione di punti di ricarica in tutta Europa entro dieci anni. A supporto dello sviluppo di una rete per la ricarica del proprio mezzo più sostenibile è stata pianificata una “carbon tax”, una nuova tassazione sulle emissioni di CO2 emesse dai mezzi a motore, i pedaggi stradali e la revisione completa dei veicoli pesanti che possono accedere o transitare all’interno delle città. Tramite questo programma lo scopo dell’Unione Europea è molto chiaro: in pochi anni occorrerà continuare a migliorare la nostra rete ferroviaria al fine di incentivare sempre più il trasporto di merci e cittadini su rotaia. Rispetto ad altri paesi europei, da qualche anno l’Italia ha iniziato a migliorare a potenziare la propria rete ferroviaria in modo deciso e a incentivare l’uso di mezzi più sostenibili all’interno delle proprie città tramite nuove ciclabili e bike lane. L’obiettivo dell’Unione Europea è stato deciso e la strada è tracciata, ma ora tocca agli italiani i quali dovranno cambiare le loro abitudini sul modo in cui si spostano e in cui vivono le loro città. Occorrerà fare ancora molto lavoro soprattutto nelle grandi città come Roma, Milano, Torino e Napoli perché risultano ancora tra le più motorizzate d’Europa e con il dato relativo al possesso di autovetture pro capite tra i più alti nel mondo.