Sarà solo una moda di passaggio? Sarà solo una bolla che poi scoppierà?

La bicicletta sta vivendo un momento di gloria come una superstar del cinema, la possiamo vedere nelle vetrine dei negozi, la vediamo in TV, sulle pagine dei giornali e ne sentiamo parlare alla radio. Tutti impazziti per la bici, quella che fino a poco tempo fa tutti additavano solo come un intralcio al traffico, adesso sembra una rivoluzione dei giorni nostri e il nostro paese sta vivendo un momento di attenzione senza precedenti per la bicicletta, ma…

Banche che usano la bici nelle loro campagne pubblicitarie, politici che lasciano l’auto blu e vanno in bicicletta, rockstar che non usano più la limousine e pedalano, profumi associati a bici dal gusto vintage, negozi di scarpe e abbigliamento che espongono in vetrina bici da strada (o ancora meglio dei modelli fixed come dei manichini), aziende che basano la loro strategia di marketing sullo stile di vita del ciclista urbano, bici elettriche che si possono vincere con la fidelity card…

Insomma, la bici è stata messa in bella vista per ogni tipo di attività. Come se l’Italia fosse il paese più “commuter” d’Europa, ma non lo è.

Sì, abbiamo una storia e una cultura che non ha eguali in nessun altro paese, il design delle bici made in Italy fa impazzire gli appassionati di tutto il mondo, siamo una meta ambita per il cicloturismo e gli appassionati che ogni domenica salgono in sella, sono davvero tanti.

Ma durante la settimana, per fare le commissioni e andare al lavoro, chi usa la bici? Pochi, ancora troppo pochi.
Dove sono le piste ciclabili? Dove sta l’impegno concreto nel volere delle città a misura di bici?

Pochi usano la bici come mezzo di trasporto quotidiano e ancora troppo pochi si impegnano per rendere concreta una rete di servizi e infrastrutture adatte a chi vuol cambiare. Ma tanti, troppi, stanno sfruttando con le loro attività di marketing la bici e la sua natura ecologica, la sua purezza.

L'interno di un negozio di biciclette di design

Non posso che essere felice nel vedere questa attenzione alla bici ma sarei dispiaciuto se tutto ciò fosse dovuto solo a uno sfruttamento, un voler spremere finché ce n’è.

Probabilmente non c’è grande interesse nel voler spingere la bici, c’è solo una percezione di un trend e un mettersi in scia per sfruttarne i possibili benefici di business: si chiama opportunismo. Benefici di vendite dei propri prodotti che non centrano nulla con il mondo della bici e la sua vera natura ecologica.

La bici dunque è solo il simbolo, l’oggetto materiale di una tendenza ecologica che, un po’ per necessità, un po’ per moda, la nostra società sta sfruttando.

Le aziende, gli stessi enti pubblici e politici, sfruttano la bici come “messaggio” verso la massa, una massa di persone stufa che finalmente si sta rendendo conto che il mondo deve cambiare, che le città in cui crescono i loro figli devono cambiare.

Ecco qui il legame: la popolazione vuole un mondo più pulito e il mercato cosa fa? Usa un simbolo forte come la bici per associare il proprio prodotto o partito politico alla natura ecologica della bici. Perché la bici è pulita, non inquina e fa bene! Dunque, secondo loro, anche i loro prodotti e la loro “politica” aziendale è green e sostenibile. O almeno vogliono farcelo credere.

Ma non è finita qui… gli italiani stanno vivendo una crisi economica pazzesca e in questa situazione si sa: si fa attenzione a tutto, anche a quanti strappi di carta igienica si utilizzano, figuriamoci il carburante usato per andare al lavoro.

Le persone iniziano a pensare di usare la bici per spostarsi in città, così da risparmiare qualcosina, dico “iniziano a pensare” perché in giro non c’è quel grande boom di ciclisti in città.

Ma la bici, come soprammobile, è ovunque! Anche nei bar e pub si vedono allestimenti con bici d’epoca o bici di design e c’è chi si è messo in salotto una bella fixed che non usa mai, ma agli amici piace!

Inoltre c’è un settore in particolare che ha probabilmente “paura” della bici e del suo potenziale: il settore automobilistico.

Sì, le case automobilistiche stanno investendo nella realizzazione di ebike, investono nella progettazione di allestimenti con kit per il trasporto bici oppure, in modo più spiccio, nel mostrare l’auto in show room con una bici sul portapacchi.

Cosa sta accedendo? Il settore automobilistico sta già subendo una crisi, dovuta alla situazione economica, ma potrebbe essere attaccato anche da un cambiamento di abitudini. Se molte persone inizieranno a usare la bici, l’auto sarà utilizzata meno. Sì, sono convinto anche io che l’automobile non sparirà dalle città, ne sono convinto, ma probabilmente ci sarà un grande cambiamento.

Dunque? Beh, “facciamoceli amici”!

È quello che probabilmente pensano i direttori marketing, anche quei pochi che cambieranno stile di vita e inizieranno a usare la bicicletta, potrebbero venire attratti da un’auto che è simpatizzante della bici. Ben vengano auto adatte al trasporto delle bici, certamente saranno utili a chi fa il pendolare, così da fare lunghe distanze in auto per avvicinarsi alla città e poi proseguire con la bici fino in centro e al posto di lavoro. Sarebbe un bel futuro ipotizzabile.

Ma mi piacerebbe pensare a qualcosa di più. Qualcosa di più concreto.

Cari politici, cari negozianti e banchieri, cari responsabili marketing, cari designer e cari modaioli, usate la bici, non sfruttatela. Adottate una politica che spinga le persone a usare la bici, non a sfruttarla per abbindolare i simpatizzanti!

Care case automobilistiche, va bene progettare auto adatte a trasportare la bici, ma spingete di più sulla ricerca del motore ecologico e ibrido, che non inquini e che lasci l’aria più pulita e adatta a chi già, in città, ci sta pedalando da tempo!

A proposito dell'autore

Appassionato di mountainbike dalla nascita, scopre la fotografia molto giovane, dopo la laurea in architettura non abbandona il sogno di lavorare come fotografo e da quel momento inizia la sua vera carriera da professionista lavorando come fotografo specializzato nell'action photography e fornendo servizi ad aziende di ogni genere... Attualmente ha il ruolo di Direttore Responsabile di BiciLive.it