flickr/jekkoneMilano sperimenta il bike sharing a flusso libero Elvezio Sciallis 22 Giugno 2017 Bike News Comincia con un comunicato stampa sul portale ufficiale del comune di Milano il periodo di sperimentazione del bike sharing “free floating” che la capitale meneghina intende affiancare alle oltre 4000 due ruote già disponibili. La principale differenza rispetto ai sistemi di condivisione in atto è che non esisteranno delle rastrelliere fisse dalle quali ritirare la bicicletta o restituirla, come avviene in alcuni servizi di car sharing. La sperimentazione durerà tre anni con l’obbiettivo previsto di arrivare a disporre di una flotta di dodicimila unità, con il servizio che non sarà erogato direttamente dal Comune ma da privati. BikeMe, il servizio di bike sharing del Comune di Milano conta già 4.600 bici più un altro migliaio di ebike. Chi vorrà quindi utilizzare una bicicletta scoprirà, attraverso una app basata sul GPS delle due ruote, l’ubicazione del mezzo più vicino a lui e sarà in grado di sbloccare il lucchetto. L’utente potrà quindi disporre del mezzo per tutto il tempo necessario, per poi “riconsegnare” la bicicletta parcheggiandola dove crede e chiudendo il lucchetto. Le aziende che intendono partecipare alla sperimentazione dovranno garantire un minimo di 1000 e un massimo di 4000 biciclette, con servizio assicurato in tutte le ore del giorno. Le richieste delle aziende saranno valutate da una commissione ogni 5 del mese e i primi operatori approvati potranno entrare in azione già a partire da mercoledì 5 luglio 2017. Non è ancora del tutto chiara la modalità di restituzione del mezzo e, nel particolare, quella del parcheggio del mezzo. Con il sistema di bike sharing a flusso libero l’utente non ha più il vincolo di lasciare la bicicletta in una rastrelliera o in uno stallo. Beppe Sala, sindaco di Milano, ha accompagnato l’annuncio con queste parole: “Non toccheremo l’attuale servizio BikeMi, che ha 60mila abbonati l’anno e in aprile ha toccato il record di prelievi giornalieri, più di 23mila. Oggi abbiamo 4.600 bici, più mille a pedalata assistita. Nulla cambia ma riteniamo ci sia spazio per un servizio a flusso libero. Nel mondo ci sono diverse società che stanno lavorando sul bike sharing senza stalli e la cosa è meno invasiva in termini di spazi“. Milano quindi segue l’esempio di varie altre città europee e mondiali, visto che il bike sharing a flusso libero, conosciuto anche come “free floating”, è una realtà sempre più diffusa e apprezzata. Berlino con Netbike e alcune metropoli cinesi quali Shangai, con Mobike, Blue GoGo e altri servizi di bike sharing simili, guidano questa rivoluzione verde atta ad alleggerire inquinamento e mobilità urbana, verso un futuro auspicatamene ecosostenibile. Questo nuovo servizio di bike sharing conferma anche l’intenzione da parte della nuova giunta di proseguire nel tracciato bike-friendly inaugurato da Giuliano Pisapia, che nel tempo ha prodotto risultati interessanti quali BikeMi Junior. Lasciare l’utente libero di parcheggiare può essere anche una criticità: c’è il rischio di trovare bici ovunque o non ben legate. Sapete come legare bene la vostra bike? Anche se molto rimane da progettare e realizzare, in particolar modo a livello di piste ciclabili, non ci rimane che applaudire questa iniziativa, che avvicina sempre di più la più europea delle città italiane alle medie internazionali in materia di bicicletta e mobilità sostenibile. Oltre agli indubbi vantaggi in termini di minore invasività degli spazi, un bike sharing a flusso libero garantisce altri aspetti positivi, quali un minore impatto dei costi di gestione; riduzione o annullamento degli investimenti riguardanti rastrelliere e stalli di qualsiasi tipo; rischi di furto e danno a carico dell’operatore e maggiori opportunità di espansione anche nel tessuto delle periferie. Chiudiamo condividendo le parole dell’assessore alla Mobilità del Comune di Milano Marco Granelli: “Milano vuol essere una città amica della bici, perché la bici fa bene alla città e ai suoi abitanti”.