Non ce ne vogliano i nostri cari lettori, ma oggi sul nostro magazine BiciLive.it parliamo di Citycar. Il motivo? È semplice: perché crediamo che la mobilità sostenibile non possa passare solo ed esclusivamente attraverso biciclette, ebike e monopattini elettrici.

Siamo convinti che trattare argomenti legati anche ad altri veicoli elettrici o a emissioni zero utilizzabili nel contesto urbano possa aiutare a capire le alternative che offre il mercato e a incentivare l’utilizzo di mezzi più eco-sostenibili e meno inquinanti: lo scopo è sempre quello, rendere migliore la vita in città e la qualità dell’aria che tutti respiriamo.

Mettendo per un attimo da parte l’amata bicicletta, oggi volgiamo lo sguardo verso il settore auto, e in particolare verso una categoria precisa: le citycar.

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Citycar: dalla benzina (e diesel) all’elettrico

Le nuove normative anti inquinamento etichettano le auto a benzina come troppo inquinanti e diversi comuni – e diversi Stati all’estero come per esempio la Svezia – stanno creando sul proprio territorio delle aree vietate alla loro circolazione.

In questo scenario in cui anche il motore diesel viene “preso di mira” per favorire una mobilità più green e con meno emissioni di CO2, si inseriscono soprattutto le “vecchie citycar”. Con il termine “vecchia” non vogliamo assolutamente denigrare una categoria particolarmente apprezzata in Italia, che trova nella Fiat Panda il modello più venduto.

Le “superutilitarie” nascono con lo scopo di rendere più agile e semplice la circolazione all’interno delle città, i luoghi appunto in cui l’effetto dell’inquinamento è più rilevante. Per tale motivo sono oggetto di valutazione da parte di esperti del settore che credono che la normativa sempre più stringente per quanto riguarda le emissioni possa portare a un cambio di strategia.

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Compatte ed economiche, le citycar (segmento A) rappresentano una buona fetta del mercato italiano, tanto che le immatricolazioni fatte registrare a fine 2020 sono state circa il 18% del totale. Per rispettare le regole anti inquinamento però il loro costo di produzione continua ad aumentare, rendendo di fatto quasi insostenibile il processo produttivo.

Alcune case automobilistiche (citiamo per esempio Ford, PS e Gruppo Volkswagen) hanno quindi deciso di cambiare tattica e di uscire dal mercato. L’uscita però riguarda soltanto il tradizionale motore benzina o diesel perché questi brand hanno deciso di puntare sulle citycar elettriche.

È bene precisare che queste utilitarie non saranno equipaggiate con batterie dalla capacità elevata, ma permetteranno comunque di effettuare spostamenti quotidiani casa-lavoro senza particolari problemi. Non bisogna dimenticare infatti che la maggior parte è dotata della tecnologia di ricarica rigenerativa in frenata che consente di avere a disposizione una buona capacità.

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Alcuni dati sulle citycar elettriche

A conferma di quanto detto prima riportiamo due dati molto interessanti.

Il primo riguarda le immatricolazioni delle auto di segmento A: secondo i dati raccolti all’inizio del 2021 il 15% sono elettriche. Il secondo invece proviene da un’analisi di LMC Automotive dalla quale emerge che entro il 2026 almeno il 50% delle citycar sarà di tipo elettrico.

Tuttavia questa analisi sottolinea che sempre entro il 2026 ci sarà un brusco calo della domanda di queste auto, stimabile a circa la metà di quelle circolanti oggi. La causa è sempre da ricercarsi nei costi di produzione e più in particolare nel costo delle batterie che inciderà sul prezzo finale e quindi sulle scelte dell’acquirente.

Gli accumulatori sarebbero infatti in grado di aumentare il prezzo di vendita ben sopra al costo di un attuale modello entry-level. Tale aspetto abbraccia tutto il settore automotive, ma sono proprio le citycar a pagare il prezzo più alto in termini percentuali.

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In loro soccorso però giungono gli incentivi statali, creati appunto per incentivare l’acquisto di auto elettriche e ibride. E a quanto pare in Italia un strategia basata su incentivi economici potrebbe dare i suoi frutti.

Il Bel Paese è infatti la nazione in cui il segmento A è più apprezzato rispetto a tutti gli altri Stati europei: siamo primi in termini di vendite davanti alla Germania, che superiamo di più del doppio (49.421 contro 23.342).

Insomma, abbiamo capito che potrebbe non essere utopia vedere gran parte del parco circolante attualmente in città convertito in elettrico. Le cictycar sono ovviamente un buon punto di partenza dato che “affollano” il contesto urbano contribuendo all’inquinamento ambientale.

Si stima (e si spera) quindi che, nei prossimi anni, nei nostri centri abitati troveremo sempre più biciclette, ebike, monopattini, scooter e auto elettriche.

Una ragazza posa seduta sulla propria city bike

Cambio di direzione?

Vogliamo chiudere questo articolo sottolineando un aspetto del nostro urban.bicilive.it che ai più attenti non sarà sfuggito: da mesi non ci stiamo più limitando a parlare di biciclette da città ma stiamo affrontando argomenti sempre più vari, correlati ai temi della sostenibilità ambientale, del benessere personale, della finanza, dell’alta tecnologia applicata a prodotti e servizi e ovviamente della mobilità sostenibile (che vede tra i suoi protagonisti monopattini, bici, auto e scooter elettrici).

La rassicurazione è d’obbligo: è decisamente presto per avere paura di trovare sul nostro magazine su base quotidiana articoli riguardanti berline, SUV o grosse auto elettriche.

Il nostro impegno è sempre rivolto verso il panorama urbano, quindi continueremo come sempre a parlare di biciclette e monopattini, a cui andremo ad affiancare di tanto in tanto altre tipologie di veicoli urban, ovviamente di tipo eco-sostenibile.

Nessun cambio di direzione quindi, solo un ampliamento dei nostri e vostri orizzonti. Fateci sapere se la cosa vi piace e vi interessa. A presto!

A proposito dell'autore

Un giovane comasco con il cuore diviso tra mountain bike, che pratica per diletto nel tempo libero, e la corsa su strada, che ama seguire in TV e dal vivo. La passione per la prima nasce per amore della natura, la seconda grazie ad un nonno tifoso sfegatato del Pirata.