Italia, cosa aspetti? Immatricolazioni e colonnine elettriche in ritardo Andrea Franco 29 Giugno 2022 Bike News Gli ultimi anni non sono sempre stati semplici per il mercato delle auto e le immatricolazioni spesso hanno subito dei rallentamenti. Il mercato dell’elettrico invece sembra vivere un momento particolarmente interessante, anche se i dati dell’ultimo trimestre sono un po’ contraddittori, soprattutto per l’Italia. Il primo trimestre 2022 non è stato di certo entusiasmante. In tutta Europa il calo delle immatricolazioni è stato molto evidente e in alcuni casi – come il nostro paese – la crisi non è stata bilanciata nemmeno da un’adeguata crescita dell’elettrico. Il rapporto UNRAE lancia un allarme L’Italia guarda il resto dell’Europa dalla coda, con meno del 9% del mercato riservato ai veicoli elettrici. Per fare un confronto, basti pensare che in Germania un’auto su quattro (25%) – relativamente alle ultime immatricolazioni – è elettrica. I dati analizzati arrivano dall’ultimo rapporto UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) e dicono chiaramente che la situazione dell’Italia è la peggiore, con un calo di quasi il 25%. E il riferimento è il 2021, anno che non si è di certo distinto per numeri incredibili. Riferendoci solo al mese di marzo la tendenza sembra preoccupare, visto che si tocca un -30%. Se le percentuali sembrano numeri poco leggibili, parliamo di dati concreti: nel primo trimestre 2022 in Italia sono state vendute 110.000 vetture in meno. Dati sulle immatricolazioni in Europa a marzo 2022 rispetto al 2021. Cala anche l’interesse per le auto elettriche E la crisi di immatricolazioni si porta dietro un altro dato preoccupante, anche questo molto “italiano”, visto che con un 8,7% sul totale delle nuove immatricolazioni stiamo veramente perdendo terreno rispetto a nazioni che stanno portando avanti un progetto di mobilità sostenibile ben più concreto. Abbiamo già avuto modo di dire della Germania (25,6%), ma tutte le altre nazioni hanno fatto meglio di noi, a partire dal Regno Unito (23%), la Francia (21%) e – anche se di poco – la Spagna con una quota di quasi l’11%. Nel nostro paese manca un piano di incentivazione concreto. Lo sostiene anche il Direttore Generale dell’UNRAE, Andrea Cardinali quando elenca le mancanze più evidenti: “Il mancato prolungamento da 180 a 300 giorni dei termini per l’immatricolazione delle auto incentivate; la riduzione del limite di prezzo per usufruire degli incentivi che colpisce proprio le auto elettriche; l’esclusione di aziende e società di noleggio dai beneficiari”. Quello che occorre, sempre stando a Cardinali, è “un piano di sviluppo delle colonnine di ricarica dei veicoli elettrici, non solo pubbliche, prevedendo detrazioni fiscali e più celeri processi burocratici di autorizzazione che ne accelerino l’installazione anche da parte dei privati, sia singoli consumatori che condomìni o imprese”. Anche la carenza di stazioni di ricarica inizia a essere un problema La crescita dei veicoli elettrici, anche se in Italia sembra procedere più lentamente di quanto ci si possa augurare, rende evidente la carenza di stazioni di ricarica in tutta Europa. Noi abbiamo fatto un piccolo passo in avanti, ma c’è poco da essere orgogliosi, visto che – secondo le stime di EV Readiness Index (un’analisi completa del grado di preparazione di 22 Paesi europei alla transizione dei veicoli elettrici) – passiamo dalla posizione 15 alla 14. In sostanza, in Europa, siamo terzultimi per quanto riguarda le infrastrutture dedicate alla mobilità sostenibile. Da un recente analisi sappiamo che dovremo averne almeno 7 milioni entro il 2030: ce la faremo? Davvero una magra figura. Ovviamente, questo dato si riflette anche sulla crescita delle vendite dedicate, nonostante sia verificabile un interesse crescente. La mappa con la classifica dei paesi più forniti di stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Quali sono i risultati dell’analisi di EV Readiness Index L’Indice si basa su tre fattori: immatricolazioni di veicoli elettrici (EV), maturità dell’infrastruttura per gli EV e incentivi governativi presenti in ogni paese. Ecco alcuni dei risultati dell’indice: L’adozione dei veicoli elettrici è aumentata significativamente in quasi tutti i mercati. Indice di un interesse elevato che si sta diffondendo a macchia d’olio; L’infrastruttura di ricarica è ancora in ritardo. E questo rallenta sicuramente le immatricolazioni. In Italia il problema, come abbiamo visto, è molto accentuato. Gli EV sono più convenienti che mai. Opportunità fiscali e prezzi in aumento di benzina e diesel rendono i mezzi elettrici decisamente più economici. In questa particolare classifica la Norvegia è al primo posto. In coda, insieme all’Italia ci sono la Repubblica Ceca e la Polonia. La crescita più importante rispetto al 2021 è quella della Grecia. I dati parlano in modo chiaro. L’Italia deve riprendere a crescere, dobbiamo svegliarci e iniziare a progettare con serietà il futuro sostenibile del nostro paese. Qui non si tratta di essere primi o ultimi, ma di muoverci verso il futuro. E noi siamo un po’ fermi.