Intermobilità e mobilità ecologica: lo vogliono gli italiani Andrea Franco 14 Settembre 2022 Bike News Sembra proprio che gli italiani stiano diventando sempre più sensibili sulla questione impatto ambientale. Da un recente studio è evidente che ben l’85% della popolazione preferisce utilizzare mezzi ecologici e un buon 60% vorrebbe maggiori investimenti per migliorare i trasporti. La stessa ricerca, realizzata da GPF Inspiring Research per IBE Intermobility and Bus Expo, ha evidenziato che oltre il 70% degli italiani ritiene che l’intermobilità o intermodalità (quando vi è l’utilizzo combinato di differenti mezzi di trasporto) sia la soluzione migliore per i trasporti del futuro. Tutto passa attraverso l’innovazione tecnologica. Questo è un sentire comune, visto che la quasi totalità degli intervistati (95%) ritiene l’innovazione tassello fondamentale per garantire una corretta evoluzione verso una “Mobility as a service” (Maas). I risultati di questa nuova ricerca saranno presentati il prossimo ottobre (dal 12 al 14) alla fiera di Rimini, all’appuntamento con la TTG Travel Experience 2022 (www.ttgexpo.it) L’intermobilità è la mobilità del futuro Continuando a parlare numeri alla mano, il 70% degli intervistati sono a favore di un’evoluzione del trasporto pubblico, visto che in Italia siamo ancora un po’ indietro rispetto al resto d’Europa. Quello che tutti auspicano è poter utilizzare un sistema integrato, quella Mobility as a service che consente a chi ne fruisce di pianificare, prenotare e pagare più servizi in interazione attraverso piattaforme, il tutto attraverso la semplicità di un’applicazione. Tuttavia c’è anche molta diffidenza e almeno l’80% degli intervistati non crede che questi risultati si potranno raggiungere con facilità in tempi brevi. Ovviamente la difficoltà di un sistema di intermobilità efficiente non è solo quello di mettere in comunicazione i diversi mezzi, coordinandone servizi e orari, ma permettere al cliente di poter pianificare gli spostamenti con facilità e con sistemi “aperti” e flessibili. Oggi è già possibile sfruttare la tecnologia per acquistare biglietti online da utilizzare nei trasporti a sistema chiuso (con la presenza di tornelli, come le metropolitane), ma il sistema deve senz’altro essere integrato affinché si possa arrivare a quel sistema di intermobilità che assume sempre più i contorni di una vera e propria esigenza. Servono innovazioni tecnologiche per un futuro nel segno dell’intermobilità Ovviamente, l’evoluzione tecnologica deve fare ancora molta strada perché non è sufficiente un’app per acquistare biglietti o gestire gli spostamenti. Serve un sistema molto più integrato e le aziende hanno anche la necessità di integrare in tutto questo la questione “safety” (evitare incidenti), quindi non solo servizi al cliente. E quando parliamo di sicurezza parliamo di sistemi anti-frenata, mantenimento della corsia, radar per gli ostacoli, sistemi anti ribaltamento. Il futuro è nelle mani di un’intelligenza artificiale che integri sistemi attivi e passivi, la tecnologia al servizio dell’operatore. Tecnologie di supporto già esistono (monitoraggio in tempo reale dei passeggeri, calcolo del numero degli utenti in attesa…), ma non è abbastanza. Un esempio valido di intermobilità efficiente è quello che possiamo vedere per il trasporto pubblico in Emilia Romagna (TPER). Con l’app Roger l’utente non solo può pagare il parcheggio dell’auto, ma monitorare anche l’affollamento dei passeggeri a bordo di un mezzo pubblico. L’intermobilità verso la sostenibilità Il tutto va letto anche in chiave sostenibilità. Entro il 2031, per fare un esempio, non sarà più possibile l’acquisto di mezzi a gasolio e in alcune città (Bologna) ci si sta muovendo con largo anticipo. Già oggi non è possibile l’inserimento in organico di mezzi che non siano ecologici. Anche in questo campo, la maggior parte degli intervistati si è dimostrato sensibile all’argomento. C’è voglia di cambiamento, voglia di servizi integrati ed efficienti. E il tutto nel nome di una sempre maggiore sostenibilità. Il futuro deve essere green, per il bene del pianeta e per il nostro. Ci sono gap strutturali da colmare, ma c’è una forte volontà a gonfiare le vele verso un’intermobilità sostenibile. Noi, ovviamente, osserviamo il tutto con grande interesse.