Dal 2 febbraio 2016 i ciclisti che si recano al lavoro potranno godere di maggiori tutele grazie all’entrata in vigore della legge di stabilità (legge 221 del 28/12/15) che prevede la copertura in caso di infortunio nel tragitto tra la propria abitazione e il posto di lavoro (bike to work).

La legge di stabilità, pubblicata in Gazzetta il 18/1/16, comprende il Collegato ambientale sulle “disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” in cui gli articoli 2 e 210 del Testo Unico Infortuni riportano la frase:

L’uso del velocipede, come definito ai sensi dell’art. 50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, deve, per i positivi riflessi ambientali, intendersi sempre necessitato.”

Tutti i lavoratori assicurati Inail che decidano di usare la bicicletta potranno andare a lavorare un po’ più sereni: la tutela nel tragitto casa-lavoro sarà totale e non legata solo ad alcune situazioni, come ad esempio la percorrenza di piste ciclabili.

Alcuni ciclisti pedalano in una pista ciclabile

L’inserimento di questa norma è il frutto di anni di lavoro sia a livello parlamentare sia da parte di numerosi associazioni capeggiate dalla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta). Quest’associazione è impegnata dal 2007 per la tutela di chi decida di andare al lavoro su due ruote (bike to work) e nel 2012 ha lanciato insieme a ECF e Salvaiciclisti la campagna In itinere con l’adesione da parte di numerosi Comuni, Provincie e Regioni.

In Parlamento l’appoggio è stato super partes e un ruolo fondamentale lo ha avuto l’on. Diego Zardini che nel suo blog ha commentato:

“È grande la soddisfazione per la definitiva approvazione del collegato ambientale, una legge di grande innovazione che ha l’obiettivo di mettere l’economia su un sentiero di sostenibilità. Tra le tante disposizioni approvate particolare orgoglio mi dà l’approvazione della copertura della assicurazione Inail per gli infortuni in itinere nel caso di incidenti avvenuti ai lavoratori che usano la bicicletta nel tragitto casa-lavoro-casa. Finalmente vengono eliminate le condizioni giuridiche che impedivano tale risultato e si premia chi usa mezzi rispettosi dell’ambiente.”

La norma, oltre al risvolto pratico, ne ha uno culturale molto esplicito: se molti hanno sorriso nell’uso della parola “velocipede” per indicare la bicicletta, tutti hanno gioito nel leggere che il suo utilizzo abbia “positivi riflessi ambientali”.

Le parole scritte dal legislatore italiano dovrebbero tracciare una linea guida in favore dell’utilizzo della bicicletta in un contesto in cui le città sono congestionate dal traffico, i livelli di inquinamento sono ai massimi e le varie nazioni europee stanno promuovendo l’utilizzo delle due ruote e la mobilità sostenibile con norme ad hoc, come ad esempio le recenti misure pro-bicicletta adottate a Parigi.

A proposito dell'autore

Alle pendici del Nevegal ha imparato ad andare in mtb per poi trasferirsi in città: prima a Roma dove ha avviato un'attività di bike tour (@gigiBicicletta) e ora pedala per Milano