Oggi 29 novembre 2013 in più città italiane si è svolto il Bike to School Day organizzato da Massa Marmocchi, un “movimento” di genitori che si riuniscono per accompagnare i loro figli a scuola.

Si riuniscono perché singolarmente sarebbe troppo pericoloso e rischioso affrontare le strade della città, mentre “facendo massa” obbligano le auto e i loro automobilisti a rallentare, diminuendo drasticamente il rischio di essere investiti. Ma lo scopo di questo movimento, che in poche settimane sta facendo parlare di sé in tutta Italia, naturalmente non è solo questo… Stamani sono stato a Milano per osservare la Massa Marmocchi in azione, per comprendere meglio cosa sta accadendo (mentre il nostro inviato Gigi Amore di Roma ha immortalato anche quello che è accaduto a Roma nda). Poi ho avuto il piacere di parlare con Laura Farinella, la mamma che ha acceso la miccia…

_T3A1959

Come è nato Massa Marmocchi

Laura Farinella è di Milano, è una mamma come tante, ha tre figli: 18, 14 ed 8 anni. Non è una “appassionata di bici”, per lei la bici è un mezzo di trasporto per poter spostarsi in città e fare commissioni, fare la spesa e portare i figli a scuola. La bici, dice, “mi rilassa, faccio prima e non inquina”.

Laura mi ha raccontato che Massa Marmocchi ha avuto inizio dopo che lei ha pubblicato sulla pagina facebook di Critical Mass di Milano, una richiesta di aiuto. Conosceva Critical Mass perchè il figlio grande partecipa ai loro incontri saltuariamente.

La sua richiesta riguardava nello specifico un aiuto per percorrere un tratto di Viale Monza a Milano (Viale Monza è un viale di collegamento tra la periferia nord est di Milano e Piazzale Loreto; questo viale è davvero ostile: avrebbe in teoria quasi due corsie, ma la brutta abitudine di parcheggiare in doppia fila lo fa diventare un percorso ad ostacoli per qualsiasi mezzo nda).

Attraverso la richiesta di aiuto Laura riceve l’attenzione dei ragazzi di Critical Mass che, con entusiasmo e partecipazione, la aiutano a “fare massa critica” innanzitutto comunicando e divulgando la cosa attraverso il web e soprattutto sulla pagina facebook In Bici a Scuola realizzata per questa iniziativa.

In poco tempo la voce si sparge e viene organizzata il 3 ottobre la prima Massa Marmocchi in Viale Monza, e poco dopo hanno seguito l’esempio molti altri genitori di tutta Milano e non solo…

“La bici potrebbe essere un mezzo di trasporto”

Chiacchierando con Laura viene a galla una riflessione davvero importante: i bambini, i nostri bambini italiani, non hanno una educazione della bici. Se i bambini non vengono educati, quando salgono in sella diventano degli “incoscienti pericolosi”.

E Laura ha assolutamente ragione: i bambini devono avere un’educazione stradale della bici (che sarà molto utile anche in futuro nda).

Raccontandomi come educa suo figlio più piccolo sottolinea la tensione che ha il piccolo quando è dietro di lei sulla sua bicicletta: “Stammi vicino! Stai più vicino al marciapiede! Attento al passo carraio potrebbero uscire delle auto!!”.

Sì, è così e personalmente lo confermo essendo papà di una bimba di 4 anni e mezzo ed abitando nella stessa zona di Laura a nord di Milano.

Lei dice di “ringhiare” quando accompagna il figlio a scuola, ringhia con decisione per fargli capire che è una situazione davvero rischiosa e pericolosa.

E qui vi chiedo di riflettere: è possibile che non si possa utilizzare con serenità la bici in città per poter accompagnare i propri figli a scuola? Certo! Il tessuto urbano non è assolutamente adatto alle bici!

In Italia non è mai stata presa in considerazione la bici come mezzo di trasporto sostenibile-economico, ma solo come un bene ludico o sportivo per la scampagnata al parco o la gara domenicale… purtroppo.

Aggiungiamo poi che “l’italiano medio” è un fifone! Che nessuno si offenda, sfido chiunque a dire che gli italiani utilizzerebbero la bici con la pioggia o quando fa freddo. Il paradosso è che siamo la punta più a sud d’Europa (dunque con una temperatura relativamente mite rispetto al resto dell’Europa nda), ma da un punto di vista ciclabile, siamo i più pigri e fifoni!

Laura sottolinea “sarà difficile scalfire l’idea che hanno gli italiani del freddo e della pioggia…” ed ha decisamente ragione.

Genitori pronti ma silenti

Laura, alla mia domanda “come hanno reagito gli altri genitori?” risponde che “I milanesi sarebbero anche pronti, silenti ma pronti, il problema è che vengono demotivati da alcune problematiche: tra queste il meteo, ma soprattutto la sicurezza! La pericolosità e il rischio di essere investiti è il grande timore di tutti.

C’è un gran numero di genitori potenziali che potrebbero usare la bici per il tragitto casa-scuola-lavoro pronti a partire in bici la mattina presto, ma soprattutto se ci fossero le infrastrutture adatte…”

Cosa vuol dire? Semplice: servono strade/piste ciclabili adatte ad accogliere la bici, cosa che attualmente è solo una farsa.

Sì, perchè sappiamo benissimo che il gran numero di ciclabili cittadine spesso finiscono proprio dentro la “tana del lupo”, cioè in mezzo al traffico. Provate a pensare di percorrere un pezzo di ciclabile con vostro figlio di 8 anni e poi dover fare a gomitate con gli isterici in ritardo alla guida delle loro auto.

Laura fa un esempio e lancia delle ipotesi di soluzioni (fattibili tra l’altro! nda), dice: “la via della scuola di mio figlio è stata esclusa da un progetto del Comune di Milano perchè in quella via passa l’autobus… ma allora perchè ad esempio non viene chiusa la strada alle auto e si lascia solo l’autobus a limite 30km/h? La sicurezza ci sarebbe!

Quello che vorremmo da parte delle amministrazioni sono delle azioni che scoraggiassero i genitori ad utilizzare l’auto! (es. azioni concrete e drastiche, come il divieto di fumare all’interno dei locali chiusi nda). E di conseguenza incentivare l’uso della bici.

Ricordiamoci poi che nella maggior parte dei casi, le famiglie abitano nelle strette vicinanze delle scuole frequentate dai figli (nel raggio di 2/3 km) e l’auto è davvero eccessiva come mezzo di trasporto.

E il comune di Milano che fa?

L’iniziativa è stata ben accettata, dice Laura: “abbiamo apprezzato la scorta che ci ha accompagnato stamani al primo Bike to School Day, ma sinceramente non la vogliamo! Semplicemente perchè la scorta trasforma il nostro gruppo in un corteo, fermando il traffico, facendoci passare con il semaforo rosso…

Noi non vorremmo le scorte, non dovrebbe essere necessaria. C’è stata comunque una risposta positiva in generale, adesso però si deve concretizzare qualcosa e ad esempio deve esserci il coinvolgimento delle scuole e delle stesse maestre! Se c’è volontà si trova una soluzione!

Nelle scuole le maestre dovrebbero educare i bambini su più fronti! Cioè, se agiamo noi come genitori, le maestre, le amministrazioni contemporaneamente e in modo convinto, allora potremmo ottenere qualcosa”.

Obiettivi Massa Marmocchi

La miccia è stata accesa e la bomba possiamo dire che è ormai esplosa, adesso però c’è da costruire: Laura spiega che la loro idea è di “voler mantenere fissi gli appuntamenti e contemporaneamente lavorare su tutti i fronti possibili per arrivare a qualcosa di concreto, di certo non vogliamo che questo appuntamento mattutino resti solo una passeggiata in bici tanto-per-farlo.”

No, la loro idea è quella di ottenere dei cambiamenti. Per il momento i genitori coinvolti comunicano con la rete e i social network, da dove è nato tutto e dove si è divulgata l’informazione, hanno dei genitori referenti per ogni scuola e naturalmente hanno il supporto dei ragazzi di Critical Mass che stanno aiutando la Massa Marmocchi a gestire innanzitutto la massa di ciclisti sulle strade, sia con presenza sul campo sia pubblicando delle “istruzioni sui comportamenti da adottare”.

Personalmente sono rimasto molto stupito dal numero di persone coinvolte in così poco tempo, spero davvero che questo non sia solo un fuoco di paglia, cioè un momento di enfasi e di svago per alcuni genitori, ma (come credo che sia) un focolare dove trasformare e concretizzare, in tempi relativamente brevi, un sogno in realtà.

Queste sono invece le foto del Bike to School di Roma (Foto di Gigi Amore).

A proposito dell'autore

Appassionato di mountainbike dalla nascita, scopre la fotografia molto giovane, dopo la laurea in architettura non abbandona il sogno di lavorare come fotografo e da quel momento inizia la sua vera carriera da professionista lavorando come fotografo specializzato nell'action photography e fornendo servizi ad aziende di ogni genere... Attualmente ha il ruolo di Direttore Responsabile di BiciLive.it