Il futuro (in parte già presente) della mobilità è elettrico. Che sia su due ruote o su quattro. Ma avremo abbastanza colonnine di ricarica per garantire a tutti i mezzi un punto di appoggio per la propria batteria?

La grande sfida per la rivoluzione verde dei trasporti deve proprio partire dalla diffusione dei punti di ricarica.

Secondo un’indagine condotta da McKinley, compagnia internazionale di consulenza manageriale, dal 2020 al 2030 dovranno essere investiti dai 110 ai 180 miliardi di dollari per soddisfare la domanda globale di stazioni di ricarica per veicoli elettrici, sia negli spazi pubblici che all’interno delle case. Per “domanda globale” si intende quella che avranno i 27 paesi dell’Unione Europea (più la Gran Bretagna), gli Stati Uniti d’America e la Cina.

Un uomo aspetta che la propria auto elettrica si ricarica presso una colonnina

Il boom dei veicoli elettrici

Si è arrivati a questa stima facendo una proiezione di quella che sarà la diffusione dei veicoli elettrici partendo anche dai numeri degli ultimi anni.

Prendiamo il solo mercato della bici: solo in Italia, nel 2020 sono state vendute 280.000 e-bike (+44% rispetto al 2019). E nel primo semestre 2021, le bici elettriche vendute sono già state 157.000, superando del 12% il dato dello stesso periodo nel 2020. Su una prospettiva che considera gli ultimi cinque anni, il settore delle ebike ha quadruplicato le vendite.

In Europa, da qui al 2030, si prevede che il mercato crescerà del +16% all’anno e si conta che nel 2030 il numero di bici elettriche vendute supererà quello delle bici muscolari: 57% contro il 43%.

Al punto che anche produttori e negozianti stanno studiando nuove strategie per adattarsi alla nuova domanda del mercato.

Un uomo inserisce lo spinotto di ricarica nella propria automobile elettrica

A riguardo, BiciLive, in collaborazione con Moma Studio ha approfondito il tema attraverso L’indagine sulla Bike Industry, un report di 14 pagine e scaricabile in formato PDF che ha coinvolto gli operatori e gli appassionati del settore bici con lo scopo di ricostruire una fotografia dell’attuale situazione del mercato del ciclo.

Stesso discorso per il mercato delle auto. Nel 2020, in Italia, i modelli di veicoli elettrici a batteria (BEV) e i veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) insieme avrebbero visto 59.900 nuove immatricolazioni contro le 17.065 nel 2019 e le 9.579 del 2018. Se il 2019 ha raddoppiato, il 2020 ha più che triplicato.

In termini percentuali, l’aumento complessivo del 2020 per entrambe le categorie è del 250% rispetto all’anno precedente.

Se ampliamo la nostra prospettiva oltre i confini nazionali, ci accorgiamo che ci sono già nazioni dove le vendite di veicoli elettrici superano in percentuale quella dei veicoli con motore a scoppio. In Norvegia, per esempio, nel 2020 le auto elettriche vendute sono state il 54,3% del totale.

Già nel prossimo biennio verranno introdotti sul mercato almeno 250 nuovi modelli di veicoli elettrici o ibridi, anche perché una legge Europea vieta dal 2030 la vendita di veicoli con motore a combustione e alcuni paesi, come la stessa Norvegia o i Paesi Bassi, vorrebbero bandirne la vendita già dal 2025. E secondo le stime, entro il 2030 nel mondo (Europa, Usa e Cina) dovrebbero essere su strada 130 milioni i veicoli elettrici.

Una rastrelliera di ricarica per ebike di Repower

Ammodernare le strutture private

A quel punto, trovare una colonnina di ricarica dovrà essere facile come trovare un distributore di benzina oggi. Le nuove colonnine, però, non prenderanno il posto degli attuali distributori. La sfida, secondo McKinsey, è quella di convertire gli edifici per garantire l’approvvigionamento elettrico. Per esempio, attraverso pannelli solari sopra i loro tetti.

La capillarità della distribuzione territoriale delle infrastrutture è fondamentale. L’utente deve poter individuare in modo veloce e semplice la posizione dei punti di ricarica per poterne usufruire al meglio.

Integrazione è la parola chiave: ricerca e utilizzo delle stazioni di ricarica pubbliche tramite poche app in grado di offrire servizi standardizzati che vanno dalla prenotazione allo sblocco della ricarica fino al pagamento (spesso online), interfacciandosi con network di ricarica diffusi a livello globale. Anche per questo è fondamentale che ogni punto di ricarica partecipi a un servizio con una certa massa critica: offrire un servizio per auto elettriche in maniera slegata rispetto ad altri punti di ricarica ne pregiudica la fruibilità.

Intanto, in Italia il numero delle infrastrutture di ricarica è in crescita. Attualmente si contano 19.324 punti di ricarica in 9.709 stazioni accessibili al pubblico. Nel corso del 2020 le installazioni sono cresciute in media del 39%, (80% su suolo pubblico e 20% su suolo privato a uso pubblico, come supermercati, centri commerciali e strutture ricettive).

Una coppia si sposta utilizzando dei mezzi elettrici di Repower

Per gli amanti della statistica: il paese europeo con attualmente il maggior numero di stazioni di ricarica è l’Olanda, con 50.824 punti di ricarica (su 17,3 milioni di abitanti, secondo Eurostat).

Sempre secondo la ricerca di McKinsley, le stazioni di ricarica per veicoli elettrici nelle residenze private hanno già una discreta diffusione e rimarranno la chiave per espandere il settore. Per questo molti governi stanno incentivando l’ammodernamento delle strutture residenziali.

Parallelamente, occorre sviluppare in modo significativo la ricarica commerciale in loco “in maniera da renderla una caratteristica standard dell’edificio nei prossimi dieci anni per soddisfare la domanda crescente dei consumatori”.

Sinergia per una gara contro il tempo

Nelle grandi città e metropoli sono già stati chiamati in causa gli urbanisti, gli sviluppatori di edifici e i fornitori di apparecchiature elettriche, per una pianificazione che va ragionata su larga scala. Serve infatti tenere conto del sistema di distribuzione elettrica del singolo edificio ma anche dell’infrastruttura di rete elettrica locale, che dovrà avere dimensioni adeguate.

A conti fatti, 130 milioni di veicoli elettrici (quelli che verosimilmente circoleranno tra dieci anni) porterebbero la domanda aggiuntiva annua da 525 a 770 Twh (terawattora) entro il 2030.

Ce la faremo a implementare gli immobili e la rete elettrica e a soddisfare la domanda? La sfida è aperta ma non abbiamo troppo tempo. Il 2030 è dietro l’angolo.

Fonte: L’indagine di McKinsey

A proposito dell'autore

Nato a Milano, ha imparato a destreggiarsi in fixed nel traffico. Cresciuto a pochi colpi di pedale dal Muro di Sormano, si è innamorato delle pendenze più impervie. Trapiantato in Trentino, ha lavorato come guida turistica in bici. Ora vive in Olanda, tra ciclabili e cargobike. Viaggia regolarmente in bikepacking e nell’estate 2016 ha pedalato per le strade d’Europa attraverso 13 nazioni e 3724 km in 31 giorni. Da qui il libro L’Europa in Bici.