Portland, Oregon è indubbiamente la città più bike friendly di tutti gli Stati Uniti d’America.

A metà tra un’alleycat race e una simulazione della protezione civile il “Portland Disaster Relief Trials” è una specie di corsa che simula il trasporto di importanti merci (provviste e materiale medico) dopo un terremoto nella zona.

I corridori sono responsabili della scelta del percorso tra i vari checkpoints (come per una alleycat) e devono essere preparati a trasportare fino a 50 kg di materiale per una distanza complessiva di 50Km. Il circuito obbliga a superare vari ostacoli, percorrere tratti in fuoristrada, attraversare corsi d’acqua e, ad ogni checkpoint, i partecipanti dovranno caricare e scaricare le varie merci e provviste.


Foto credit: ©Jonathan Maus/BikePortland

La capacità di ogni concorrente di sistemare i vari carichi di ogni tipo, peso e dimensione sulla propria bici cargo è la chiave della Disaster Relief Trials.

Il ragionamento dietro la Portland Disaster Relief Trials è molto intelligente.

In una città dove le biciclette sono molto presenti e dove molti ciclisti usano le cargo, in una situazione di emergenza a seguito di una catastrofe naturale, in cui le vie di comunicazione normali sono interrotte e in cui non esiste un approvvigionamento di carburante, i mezzi a pedali possono fare la differenza.

La domanda non è “se” le bici, e le cargo in particolare possono essere utili in caso di disastro, ma approfondire il “come”.

E noi? Siamo preparati?


A proposito dell'autore

Aldo Reynaudo ama le cose semplici e le bici essenziali, la vità è già troppo complessa per complicarsela ulteriormente nel poco tempo libero a disposizione. La bicicletta specie nella sua incarnazione primordiale, a ruota fissa, è così: nulla che non sia strettamente necessario.