Dal primo marzo 2022, tutte le pubblicità di automobili che saranno diffuse in Francia dovranno recare all’interno del loro messaggio promozionale una delle tre frasi qua sotto:

  • “Per i tragitti brevi, scegli di muoverti a piedi o in bicicletta”
  • “Valuta l’opzione car sharing”
  • “Per il pendolarismo, prendi i mezzi pubblici”

È quanto stabilito dalla legge transalpina, in un decreto pubblicato dalla loro Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 dicembre 2021. Lo scopo è quello di promuovere la mobilità sostenibile.

Il testo è stato redatto dal Ministero della Transizione Ecologica, di cui è a capo la ministra Barbara Pompili.

La bicicletta è sempre la migliore opzione

La regola si applica a tutte le pubblicità che appariranno in televisione, su internet, al cinema, sulla carta stampata e in radio.

Lo stile è un po’ simile a quello che i francesi sono già abituati vedere sulle pubblicità di prodotti alimentari poco salutari. In questo settore, è del 2007 che vige l’obbligo di accompagnare lo spot da una frase conclusiva che inviti: “Evita di mangiare troppo grasso, troppo dolce, troppo salato”.

«Decarbonizzare il trasporto non significa solo passare ai motori elettrici». Ha twittato sul suo profilo la ministra Pompili. «Significa anche usare il trasporto pubblico o la bicicletta quando possibile».

E così ora non stupirà vedere la reclame di una station wagon che si ferma a un semaforo affiancando un ciclista, mentre una voce fuori campo dirà: «Pour les trajets courts, privilégiez la marche ou le vélo», «Pensez à covoiturer» o «Au quotidien, prenez les transports en commun».

Una scena di traffico automobilistico cittadino

Nel caso in cui l’inserzionista non introduca un invito alla mobilità sostenibile, sarà multabile fino a 50.000 euro per ciascuna trasmissione.

Dal 1° marzo 2022 le case automobilistiche dovranno includere nelle informazioni del loro spot anche la classe di emissioni di anidride carbonica (CO2) dei veicoli promossi, secondo quanto deciso dal parlamento francese in un emendamento all’interno della legge sul clima.

Il disappunto da parte delle case automobilistiche

Questo nuovo obbligo in materia di pubblicità è stato immaginato nel 2020 come un’alternativa minima a quanto chiedono da anni le ONG ambientaliste, ovvero il divieto di pubblicità per tutte le auto, che rappresentano una parte significativa delle emissioni di CO2 del settore dei trasporti.

La pubblicità per i veicoli più inquinanti (oltre 123 grammi di CO2/km) sarà completamente bandita dal 2028, per preparare i consumatori alla fine del motore a combustione proposto dalla Commissione Europea per il 2035.

Un uomo pedala in città con una bicicletta urban

Questa nuova legge ha voluto da una parte strizzare l’occhiolino alla mobilità sostenibile, dall’altra non penalizzare eccessivamente il settore automobilistico, che sta attraversando un periodo difficile con la pandemia, a causa di un crollo delle vendite e anche a causa della carenza di materie prime che creano ritardi nella produzione.

Un divieto totale di pubblicità, inoltre, avrebbe rappresentato diversi miliardi di euro di mancato guadagno anche per i media: il settore automobilistico resta infatti il secondo inserzionista in Francia, dietro alla grande distribuzione.

Dal canto loro, le case automobilistiche non si possono dire soddisfatte della nuova legge. In un’intervista rilasciata ad Agence France-Presse, il CEO di Hyundai France Lionel French Keogh fa notare un paradosso: quello per cui non vengono distinte le pubblicità di veicoli elettrici da quelle di veicoli a combustione.

A proposito dell'autore

Nato a Milano, ha imparato a destreggiarsi in fixed nel traffico. Cresciuto a pochi colpi di pedale dal Muro di Sormano, si è innamorato delle pendenze più impervie. Trapiantato in Trentino, ha lavorato come guida turistica in bici. Ora vive in Olanda, tra ciclabili e cargobike. Viaggia regolarmente in bikepacking e nell’estate 2016 ha pedalato per le strade d’Europa attraverso 13 nazioni e 3724 km in 31 giorni. Da qui il libro L’Europa in Bici.