Ecosistema Urbano 2022: ecco il nuovo rapporto di Legambiente Andrea Franco 17 Dicembre 2022 Bike News Ogni anno Legambiente (con il supporto di Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore) pubblica il Rapporto Ecosistema Urbano, un’indagine sullo stato di salute delle città italiane. Da pochi giorni è online l’edizione 2022: andiamo a vedere qual è la situazione. Sotto analisi ben 105 città italiane Per compilare il rapporto vengono analizzate ben 105 città italiane (capoluoghi di provincia), il tutto per mezzo di diciotto indicatori suddivisi in sei arie tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia. Si tratta di una valutazione sia tra città e città (sincronica), sia in grado di valutare l’evoluzione dei capoluoghi nel tempo (diacronica). Il fine infatti non è quello di stilare una classifica o di alimentare la competizione, ma di fornire gli strumenti per un continuo e costante miglioramento in funzione di una transizione ecologica sempre più centrale. Il trasporto pubblico la chiave per i progressi più significativi Valutando i dati del rapporto appare evidente, in questo 2022, il ruolo centrale svolto dal servizio di trasporto pubblico. Ma significativo l’apporto anche della raccolta differenziata e della tutela della qualità dell’aria. Questi fattori hanno permesso a città come Bolzano, Trento e Belluno di poter stazionare sui gradini più alti di questa classifica green. Il sud deve ancora fare molto e tra le 10 migliori città italiane figura infatti solamente Cosenza. Nessuna città però ha ancora raggiunto valori complessivi ottimali, segno che c’è ancora un grande lavoro da fare. Un processo lungo, lento e faticoso È evidente che il lavoro da svolgere è ancora molto e si riscontra una notevole difficoltà nel mettere in pratica una transizione ecologica urbana pienamente soddisfacente. Il blocco totale della pandemia aveva fatto pensare a uno sviluppo più rapido, ma ora che stiamo tornando alla normalità il processo sembra aver rallentato di nuovo, oltre le previsioni. Così, come accadeva prima dell’emergenza Covid, i parametri che migliorano sono solo quelli che non presuppongo un cambiamento radicale di mentalità e organizzazione. Sicuramente c’è un maggiore utilizzo dei pannelli solari, soprattutto per quanto riguarda gli edifici pubblici. Se le piste ciclabili sono in aumento, questo non sempre corrisponde a una tendenza maggiore a utilizzare la bicicletta. La bicicletta è uno degli strumenti più efficaci per ridurre l’impatto sulle città, ma serve un cambiamento di mentalità per entrare nella testa degli utenti finali. Dopotutto si segnala ancora un netto aumento di inquinamento da ossidi di azoto e polveri sottili, così come non accenna a diminuire la produzione di rifiuti (con tutte le difficoltà annesse per lo smaltimento). Sempre molto alto l’utilizzo di auto e moto (non green) e significativa la cattiva gestione di acqua potabile, con una elevatissima dispersione. Roma, su tutte, è l’emblema di queste difficoltà (in classifica è all’88° posto, molto in basso). Su questo tema potremmo fare tutti qualcosa come ad esempio chiudere l’acqua mentre ci si insapona per la doccia e mentre ci si lava i denti. Nuovi progetti e speranze per il futuro Ovviamente il rapporto punta i riflettori anche su quelle iniziative che ci permettono di guardare al futuro con maggiore ottimismo. Nonostante la brutta posizione in classifica, Roma si distingue con il progetto GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Biciclette), un insieme di circle lines per aggirarsi tra i quartieri della Città Eterna a bordo delle nostre biciclette, in completa sicurezza. Così come il rapporto premia le reti ciclabili di città del sud come Agrigento e Lecce le quali, prendendo ispirazione dal modello di Pesaro (che ha anche inaugurato un meraviglioso museo della bicicletta) con la sua Bicipolitana, stanno rivoluzionando il loro modo di vivere la città in bicicletta. Il lavoro da fare è molto e importante. Lo sottolinea anche il presidente di Legambiente Stefano Ciafani quando afferma che “la transizione ecologica dei capoluoghi italiani dipende dalle scelte dei Comuni, ma soprattutto da quelle che verranno fatte a livello nazionale dall’esecutivo”. È un impegno che grava sulle spalle di tutti, nessuno escluso. Anche nostro, che non possiamo considerarci semplici osservatori. Prendiamo la bici più spesso e diamo inizio al cambiamento.