Il 25 aprile 2014, festa nazionale della Liberazione, il Parco Nord di Milano era invaso dalle bici…

Vado spesso al Parco Nord di Milano, per chi vive a nord della “metropoli” lombarda è un rifugio dal grigiume, dal traffico e dall’odore di pipì di cane sui marciapiedi. Ci vado con mia moglie a camminare e mia figlia ha imparato proprio qui a pedalre, prima con una balance bike (una bici senza rotelle e senza pedali) e poi con una bici con i pedali.

Il 25 aprile siamo andati per salutare degli amici e siamo rimasti sorpresi dal numero di bici che abbiamo visto. Spesso andiamo di sabato o domenica, i pochi weekend che passo in famiglia e non sono in viaggio per lavoro, ma mai avevo visto un numero di bici così elevato.

Genitori con i figli piccoli, anziani, signore e ragazzi con bmx, giovani con bici da strada e altri con le fixed, interi gruppi di amici.

Che cosa succede?
Le bici allora vengono usate in città… ma non durante i giorni lavorativi. Peccato.

La bici, io la uso tutti i giorni per attraversare da est a ovest Milano e non vedo così tante persone che pedalano come me. Ma al parco, durante i giorni di festa, ce ne sono a centinaia. La bici dunque è ancora un mezzo per passeggiare…

Sì, la bici, noi italiani, la vediamo ancora come un mezzo ludico e di svago, “serve per andare al parco“.

Non la vediamo ancora per andare al lavoro, a scuola o fare le commissioni, non la vediamo ancora come un “mezzo funzionale” come un mezzo di trasporto!

[Attenzione, la mia è una provocazione, lo so che ci sono movimenti che spingono l’uso della bici, abbiamo già parlato di Massamarmocchi NdA]

Italiani, svegliatevi! La bici può essere usata per andare al lavoro come per andare al parco!

Altra cosa che ho notato? La scarsità di persone che usano il casco da ciclista, davvero pochi lo indossavano. Li ho contati sul palmo della mano ed erano solo bambini piccoli, i loro genitori non lo indossavano, alcuni tenevano pure quello del figlio in mano.

Altra cosa?
Nessuno rispettava le regole del parco. Molti oltre i 15km/h (velocità massima nei parchi cittadini NdA), sulle aree pedonali e contromano… e soprattutto i guardia parco che non facevano nulla per farle rispettare.

Direte “ma che polemico che sei”, sì oggi sono polemico, ma tutto nasce dal fatto che mia figlia Teresa, di 5 anni, era spaventata nell’andare in bici, visto che ogni 10 metri rischiava di essere investita e dalla paura si gettava nel prato. Lei, che da quando ha mosso le prime pedalate, ha imparato a tenere la destra, a indossare il casco e a fermarsi agli stop.

Perché accade questo?
Perché gli “enti importanti” non fanno azioni di sensibilizzazione corrette, tutti mirano a strillare “la bici è più veloce“, “la bici non inquina“, “la bici è il futuro“.

No signori, le masse non si convertono con l’estremismo o con “test di velocità”. Serve una comunicazione innovativa, capillare e mirata a ogni determinato target al quale ci si vuole rivolgere, serve un messaggio pulito e trasparente.

La bici, purtroppo, non è oggi il mezzo ideale per girare in città. Dobbiamo dirlo!
La bici attualmente è il mezzo meno sicuro per girare in città, ma le istituzioni e gli enti devono dirlo e devono fare in modo di aiutare quei pochi (pionieri!) che stanno pedalando nel traffico.

Come? Per esempio facendo i cordoli alle piste ciclabili! Oppure multando i motorini che usano le piste ciclabili come delle corsie preferenziali!

Con azioni di sensibilizzazione nei parchi per esempio. Come? Serve dirlo? Io personalmente sono stato fermato dai guardia parco più volte perché ero visto come un extra terrestre, perché avevo casco, luci e una bella bici e mi hanno consigliato di andare piano… ma andavo piano, soprattutto percorrevo vie del parco quando non c’era folla.

Ma quando c’è folla il guardia parco che fa? Perché non ferma le centinaia di persone che vanno contromano, che percorrono le vie pedonali? Che rischiano di investire i bambini?

Biciclette di vario tipo e colore parcheggiate al parco

Chi va in bici (intendo in generale) è vero che ha bisogno di diritti, ma prima dovrebbe imparare a rispettare le regole! E soprattutto, chi ha “il potere” dovrebbe avere più consapevolezza di quello che, a regola, dovrebbe far rispettare.

Polemica? No, la pura realtà.

A proposito dell'autore

Appassionato di mountainbike dalla nascita, scopre la fotografia molto giovane, dopo la laurea in architettura non abbandona il sogno di lavorare come fotografo e da quel momento inizia la sua vera carriera da professionista lavorando come fotografo specializzato nell'action photography e fornendo servizi ad aziende di ogni genere... Attualmente ha il ruolo di Direttore Responsabile di BiciLive.it