Londra vuole investire sempre più nella mobilità sostenibile e lo fa con un piano da 100 milioni di sterline che si chiama Mini-Hollands.

Il nome la dice lunga: l’obiettivo è quello di emulare il modello di viabilità urbana olandese che già ha portato successo nei piccoli come nei grandi centri abitati dei Paesi Bassi, dove gli spostamenti in bici superano di gran lunga quelli in automobile.

Il programma Mini-Holllands fa parte dell’approccio Healthy Streets del sindaco della capitale britannica e fu lanciato già ai tempi in cui il sindaco era Boris Johnson. Sono stati stanziati circa 100 milioni di sterline per sviluppare la mobilità green soprattutto in tre distinti distretti esterni di Londra: Enfield, Kingston e Waltham Forest.

Lo scopo è quello di trasformare ogni quartiere in un centro “ciclabile” dotato di infrastrutture per la bici di alta qualità. Le modifiche includono incroci riprogettati più sicuri per ciclisti e pedoni, corsie ciclabili separate su strade trafficate e riduzioni della quantità di traffico sulle strade residenziali.

Du epersone pedalano su una pista ciclabile

In centro a Londra, più dell’80% degli spostamenti è in bici

Il programma Mini-Hollands ha la velleità di trasformare Londra nella Nuova Amsterdam d’Europa. L’amministrazione cittadina intende fare le cose in grandi e portare la capitale britannica ad essere la città con il maggior numero di biciclette circolanti.

Ce la faranno?

Di certo i numeri (e con numeri parliamo dei dati ufficiali) cominciano a parlare chiaramente. Secondo il Dipartimento dei Trasporti su numerose strade di Londra e del Regno Unito il numero di ciclisti ha superato quello degli automobilisti.

Due esempi su tutti sono quello di Lambeth Road e Royal Mint Street dove le biciclette rappresentano rispettivamente l’87e l’81% degli spostamenti.

Una fila di biciclette sharing parcheggiate sul marciapiede

Il dato è molto positivo se pensiamo che questi due quartieri sono due zone centrali dove si concentrano molti spazi commerciali. Non stiamo parlando quindi di isole pedonali o quartieri poco trafficati, ma della parte di città solitamente più soggetta agli spostamenti.

Londra si allinea così alla tendenza di altre capitali europee, come Parigi, che creerà 130 km di nuove ciclabili o Amburgo, che ha sviluppato un ecoquartiere senza parcheggi auto e bike friendly.

Ed è anche boom di e-bike e monopattini elettrici

La tendenza è cresciuta sia grazie alle decisioni prese dall’amministrazione con la conseguente creazione di infrastrutture adatte ai ciclisti, sia grazie al cambio di abitudine delle persone dopo la pandemia.

Durante il lockdown e successivamente alla riapertura graduale della società, le persone si sono sentite più sicure a muoversi in bici anziché sui mezzi pubblici. Allo stesso tempo, dopo aver sperimentato l’immobilità del lockdown, molti hanno preferito fare del movimento anziché rinchiudersi nell’abitacolo della propria vettura. Dulcis in fundo: recentemente alcune stazioni della metropolitana londinese sono state chiuse per lavori.

Una donna prende una bicicletta elettrica a noleggio con l'app

E allora anche chi non è perfettamente allenato ha scelto la bici, magari concedendosene una a pedalata assistita. Negli ultimi mesi a Londra si è infatti registrato un vero e proprio boom di noleggi di e-bike e monopattini elettrici.

Lime, una delle società attive con la propria flotta in sharing nella capitale britannica, ha dichiarato di aver registrato un +162% di noleggi in più dalla stazione della metro Bank e +136% nei pressi della fermata di London Bridge, tanto per citare le più popolari. Più in generale, Lime ha riportato una crescita delle corse in e-bike del 113% e del 49% per quanto riguarda i monopattini elettrici.

Vedremo cosa porteranno questi nuovi progetti, intanto restate sintonizzati sulle pagine di Bicilive.it e buone pedalate!

A proposito dell'autore

Nato a Milano, ha imparato a destreggiarsi in fixed nel traffico. Cresciuto a pochi colpi di pedale dal Muro di Sormano, si è innamorato delle pendenze più impervie. Trapiantato in Trentino, ha lavorato come guida turistica in bici. Ora vive in Olanda, tra ciclabili e cargobike. Viaggia regolarmente in bikepacking e nell’estate 2016 ha pedalato per le strade d’Europa attraverso 13 nazioni e 3724 km in 31 giorni. Da qui il libro L’Europa in Bici.