Ripensare all’urbanistica di Milano e New York per migliorare la qualità di vita delle persone. È questo il grande obiettivo delle due metropoli europea e americana. Sebbene siano l’una dalla parte opposta del globo rispetto all’altra, entrambe vivono problematiche comuni: il traffico, le troppe auto in circolazioni, l’inquinamento, i marciapiedi trasformati in parcheggi, la penuria di spazi verdi rispetto al desiderio dei loro cittadini.

E allora le due amministrazioni comunali hanno stilato un vero e proprio piano regolatore per ammodernare i loro centri abitati e renderli più vivibili per i cittadini.

Milano città dei 15 minuti

A Milano il Comune sta collaborando con AMAT, l’Agenzia per la Mobilità, l’Ambiente e il Territorio. Insieme hanno realizzato un manuale di progettazione dello spazio pubblico, una sorta di linea guida che detterà le modifiche da intraprendere da subito e nei prossimi anni. L’obiettivo è quello di rendere Milano la “Città dei 15 minuti”.

La Città dei 15 minuti è un concetto che nacque già nella città di Parigi. Si tratta di rendere autonomo ogni quartiere, creando una città policentrica, dove il cittadino può trovare tutti i servizi essenziali a pochi minuti da casa. La costruzione degli alloggi dovrà quindi essere accompagnata dalla realizzazione di un certo numero di servizi come verde, sport, uffici, negozi.

Un punto fondamentale del piano riguarda l’attenzione all’accessibilità, per permettere a chiunque, anche alle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di potersi muovere negli spazi e di poter raggiungere e accedere agevolmente negli ingressi in totale autonomia.

Uno scatto di Milano con i suoi grattacieli all'orizzonte

Costruzioni sostenibili e spazi verdi

Il piano incoraggia poi la progettazione di spazi che adottino scelte costruttive ed elementi d’arredo in considerazione dell’impatto sull’ambiente e del ciclo di vita degli oggetti, con particolare riferimento al rispetto dei criteri minimi di sostenibilità ambientale.

Sono state fornite linee guida per la progettazione di strade e marciapiedi, delle isole pedonali e in generale della pavimentazione urbana, così come i criteri per l’illuminazione nelle strade.

La notizia che farà piacere ai ciclisti è che il documento fa chiarezza anche sugli interventi da fare per realizzare nuove corsi ciclabili e sulla gestione della sosta delle biciclette.

Per quanto riguarda le aree verdi, c’è da dire che Milano si è data da fare già da oltre un quarantennio. Nel 1980 si contavano appena 8 mq di verde per abitante; nel 2009 sono diventati 13,5 e oggi sono quasi 20.

Attraverso la creazione di più aree verdi, il piano del comune si prefigge una serie di obiettivi, tra cui:

  • segnare i margini dell’urbanizzazione;
  • migliorare la qualità dell’aria che si respira;
  • costruire spazi di ristoro e di rallentamento dentro al tessuto consolidato;
  • costruire i nuovi grandi spazi pubblici fruibili e vivibili.

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New York e la lotta ai parcheggi gratuiti

Se Milano è più orientata alla creazione di verde e spazi pedonali, New York invece adotterà un atteggiamento più proibitivo nei confronti delle auto. Il primo obiettivo del nuovo piano regolatore della Grande Mela è quello di ridurre drasticamente la disponibilità di parcheggi gratuiti per disincentivare l’uso dell’auto privata.

L’amministrazione prevede di trasformare le aree di molti parcheggi in aree verdi o nella creazione di spazi stradali destinati al movimento di pedoni e biciclette.

C’è da dire che questo progetto nasce dal fatto di assecondare le nuove abitudini dei cittadini americani a seguito della pandemia. L’obbligo di distanziamento sociale ha incoraggiato molti newyorkesi (così come è accaduto un po’ in tutto il mondo) a spostarsi in autonomia, privilegiando la bicicletta al trasporto pubblico.

La diminuzione di grandi bus sulle strade di New York ha quindi incoraggiato l’amministrazione a ripensare al concetto di strada metropolitana, creando sulla carta un modello ideale di arteria cittadina costituita da: ampi marciapiedi attrezzati, alberature e aree verdi, pochissimi parcheggi se non aree di carico e scarico (anche per le cargo bike), piste ciclabili, linee del trasporto pubblico con fermate sicure e preferenziate, attraversamenti pedonali ben visibili.

È su questo modello che verrano ridisegnate a poco a poco tutte le principali strade della grande metropoli.

Altri esempi di città e metropoli virtuose

Milano e New York non sono le prime città a seguire l’impulso al rinnovamento. Su BiciLive.it abbiamo già scritto degli esempi virtuosi di Parigi, di Amburgo e di Amsterdam.

I più curiosi possono andare a leggere proprio in nostri articoli dedicati a Parigi con limitazione di velocità a 30km/h, all’eco-quartiere senza parcheggi per auto ad Amburgo e alle strade di Amsterdam a 30 km orari.

Il cambiamento è già in atto e la speranza è di trovarci quanto prima in un mondo sempre po’ più verde e a misura d’uomo.

A proposito dell'autore

Nato a Milano, ha imparato a destreggiarsi in fixed nel traffico. Cresciuto a pochi colpi di pedale dal Muro di Sormano, si è innamorato delle pendenze più impervie. Trapiantato in Trentino, ha lavorato come guida turistica in bici. Ora vive in Olanda, tra ciclabili e cargobike. Viaggia regolarmente in bikepacking e nell’estate 2016 ha pedalato per le strade d’Europa attraverso 13 nazioni e 3724 km in 31 giorni. Da qui il libro L’Europa in Bici.