C’è un aspetto fondamentale che accomuna i ciclisti urbani che si spostano tutti i giorni in città in bici, soprattutto per i pendolari che ad esempio percorrono il tragitto casa-ufficio-casa: la scelta di un equipaggiamento adeguato per trasportare le proprie cose

Queste possono essere l’inseparabile laptop o un tablet, dei documenti, la “schiscetta” per il pranzo, l’immancabile bottiglia d’acqua e tanti altri oggetti che non possiamo lasciare a casa o in ufficio. Poi ci sono fattori che rendono questa scelta ancora più complessa, come il meteo, il tipo di bici che utilizziamo ma anche le nostre abitudini. 

Sì, per introdurre questo test è importante sottolineare come le nostre abitudini possano influire sulla scelta della borsa o qualsiasi altro equipaggiamento per il trasporto. Questo dipende da come è organizzata la nostra giornata: andiamo in ufficio poi abbiamo un appuntamento in centro per una visita a un cliente, poi andiamo a un aperitivo, ma dobbiamo anche passare al supermercato per prendere “due cose” e ne usciamo invece con una ventina… 

Una borsa che è anche uno zaino: comoda per il commuting “dinamico”

Lo dico senza troppi giri di parole, sono anni che aspetto una borsa da bici che possa stare sul portapacchi, ma che si possa trasformare all’istante in uno zaino.

Ho sempre pensato che il trasporto delle borse tradizionali da bici fosse davvero scomodo, intendo per esempio a mano o con la tracolla che viene sempre data in dotazione. Perché? Perché il tragitto urbano non è lungo come un viaggio: ci fermiamo per una commissione, per la spesa, per un appuntamento, per salire in ufficio, magari per prendere un treno… questo è commuting “dinamico”. 

Se rimaniamo nel contesto del viaggio, le borse non devono essere necessariamente “trasportabili” comodamente a spalla (perché per la maggior parte del tempo stanno attaccate alla bici e si staccano per andare in albergo o in tenda), ma se entriamo nel contesto del commuting urbano la borsa deve assolutamente essere trasportabile comodamente a mano o a spalla o come zaino e non deve per esempio sporcarci o bagnarci… 

Questo è un aspetto importantissimo: la borsa viene trasportata sul portapacchi e se nel nostro tragitto l’asfalto è bagnato o troviamo del fango o piove, di conseguenza buona parte della borsa si sporcherà/bagnerà. Nel caso delle borse tradizionali (che non si trasformano in zaino) viene data la tracolla in dotazione per trasportarla, ma ci sono due fattori che la rendono scomoda: 

  • il primo è che la borsa ha dei supporti che le permettono di agganciarsi al portapacchi molto rigidi e sporgenti che nel trasporto a spalla con tracolla danno fastidio a contatto con il corpo.
  • il secondo è che se la borsa è bagnata o sporca andrà inevitabilmente a bagnare o sporcare i nostri indumenti, a meno che non ci adoperiamo ad asciugarla e pulirla accuratamente prima di mettercela a tracolla. 

Caratteristiche della borsa zaino bici Thule Paramount Hybrid Pannier

Fatto questo preambolo doveroso per introdurre questo nuovo accessorio sul mercato e compresa la mia soddisfazione nel vedere che le aziende del settore rispondono finalmente in modo mirato anche alle necessità dei pendolari, veniamo al sodo e analizziamo le caratteristiche della borsa-zaino da bici Thule Paramount Hybrid Pannier, poi passeremo alle opinioni del test durato alcuni mesi. 

  • Dimensioni: 31.5 x 28 x 51.5 cm
  • Volume: 26 L
  • Peso: 1.8 kg
  • Colore: soft green (è disponibile a catalogo anche nei colori Nutria e Nero, il Nutria è fondamentalmente un beige, marroncino…)
  • Materiale: poliestere
  • Antipioggia: cerniere impermeabili YKK rivestite in PU, in dotazione un copri-borsa antipioggia molto robusto e riflettente
  • Interno: dotata di scomparti per laptop, tablet, oggetti
  • Tasche: tasca anteriore di facile accesso, tasche laterali con tasche portaoggetti (di seguito spieghiamo meglio come sono organizzate)
  • Esterno: dotata di catarifrangenti, ganci per luci e per portare il casco
  • Funzioni: è una borsa con sistema di fissaggio al portapacchi molto robusto e una cinghia per stabilizzare la borsa nella parte bassa, si trasforma in uno zaino con spallacci 
  • Prezzo: 205 euro

Il test della borsa zaino bici Thule Paramount Hybrid Pannier

Parto dalle cose pratiche e lascio i commenti su estetica/design alla fine: Thule è un brand che cura i suoi prodotti nei minimi dettagli e questo si percepisce non appena si prende il prodotto in mano.

La prima cosa che ho analizzato della borsa è la fattura: è realizzata con materiali robusti e di qualità e ciò dà una percezione di durabilità del prodotto. D’altronde se la si sceglie, la utilizzeremo quasi ogni giorno.

Poi, da “feticista” di questi prodotti (zaini, borse in generale, ne ho posseduti davvero tantissimi nella mia vita per mille utilizzi: trekking in montagna, come fotografo outdoor, viaggi in bici, commuting, mountain bike, snowboard…) sono passato ad analizzare l’organizzazione degli oggetti, dunque le “mille” tasche, cerniere, tasche a rete, vani dell’organizzatore interno. 

Nel vano principale sono presenti diverse tasche: una per il laptop (vano più grande), una più piccola per un tablet (è solo per farvi capire la dimensione) e una tasca (con anche il simbolo) per riporre la maglia di scorta. 

Il vano principale poi è molto capiente e soddisfa perfettamente le necessità di un commuter urbano. 

Le tasche laterali sono simmetriche come capienza (ci sta tranquillamente una borraccia da un litro). Sono accessibili con una cerniera ma hanno l’organizzazione differente: in una è presente solo una tasca a rete mentre nell’altra sono presenti più scomparti: ciò permette di riporre per esempio un powerbank, dei cavi, una penna, le chiavi…

Nella parte superiore dello zaino è presente una tasca non molto capiente ma sufficientemente grande per contenere uno smartphone o il portafoglio.

Esternamente troviamo un tascone dove si può riporre un lucchetto, i guanti o altri oggetti che possono servire “al momento”. 

Passiamo al fissaggio: il sistema di fissaggio è un tradizionale sistema per agganciarlo al portapacchi dotato di inserti gommati per adattarlo a diversi diametri del portapacchi. Non ha il classico gancio regolabile nella parte centrale della borsa bensì una cinghia per non far “ballare” la borsa durante la pedalata: comoda, sì, ma non super efficace. 

Sono molto intransigente da questo punto di vista perché utilizzo una bici gravel per i miei spostamenti e sono uno di quei commuter categoria “leprotto”, nel senso che pedalo in modo veloce, dunque la bici nella fase di pedalata subisce quelle oscillazioni che possono far “ballare” la borsa. Per questo motivo sono dell’idea che il fissaggio nella parte bassa della borsa debba essere ben saldo al portapacchi. Ma se utilizzate per esempio una ebike da città o da trekking o comunque una bici muscolare di questo genere (e pedalate normalmente) non sentirete questo genere di disagio.

Ma come si trasforma in zaino?

La borsa è dotata di un pannello rimovibile, cioè basta staccarlo e girarlo per passare dal sistema di fissaggio sul portapacchi agli spallacci, i quali permettono di trasportarla come uno zaino. Il pannello si sgancia con una cerniera nella parte alta, mentre in basso si infila in una specie di tasca e si fissa con due clip di metallo. Il gioco è fatto e la nostra borsa si trasforma in uno zaino con spallacci comodi. 

Pregi e difetti

Eccoci al verdetto finale, partiamo con i pregi: è un oggetto ben concepito, il design è ammirevole, ogni dettaglio è stato curato e realizzato con prodotti di qualità, questo giustifica anche il prezzo di 205 euro (prezzo sul sito ufficiale Thule Italia ad oggi 16 maggio 2024). 

Anche i vani studiati per ogni accessorio, le cerniere e il sistema di fissaggio sono ben pensati e realizzati. Ottimo prodotto insomma, all’altezza del brand Thule che per molti è una garanzia.

Ma ha dei difetti? Il primo che ho notato è il peso. È un prodotto concepito per essere utilizzato indipendentemente da altre borse, dunque su un solo lato della nostra bici: partiamo da un peso di quasi 2 kg di base (1,8 kg per la precisione), al quale dobbiamo aggiungere molti altri oggetti, basti pensare al lucchetto che va nella tasca più esterna (che va a destabilizzarci ancora di più, soprattutto in movimento), poi un laptop, merenda o pranzo, bottiglia dell’acqua, caricabatteria ecc… basta poco e arriviamo a raggiungere i 6/7 kg di peso totali solo su un lato.

 

Il secondo difetto che ho notato riguarda la parte inferiore della borsa quando dobbiamo indossarla in caso di pioggia. La parte bassa è una sorta di vano-tasca dove il pannello che la trasforma si infila. Ma ho notato che oltre al pannello si infila anche l’acqua che la mia ruota “tira su” quando piove. C’è da dire che hanno previsto due fori di uscita dell’acqua e questo dimostra che chi lo ha progettato è consapevole che può entrare dell’acqua in quella tasca. Il materiale cucito sul bordo di questa tasca inoltre si inzuppa.

Questa tasca la ritengo dunque non ottimale perché (come dicevo all’inizio dell’articolo), se queste parti si bagnano, nel momento in cui lo trasformiamo in zaino bagnerà inevitabilmente la parte bassa della nostra schiena, sempre che non ci si fermi ad asciugare il tutto  in modo scrupoloso.

Il sistema di aggancio.

Tiriamo le somme

In conclusione è un ottimo prodotto e lo ritengo fondamentale per chi, come me, affronta la città in bici ogni giorno, non solo per spostamenti casa-ufficio-casa ma anche per commissioni, appuntamenti e spesa. Il prezzo di 205 euro è giustificato dai materiali e dalla fattura di alto livello.

Maggiori informazioni sul sito www.thule.com.

Sempre su questo argomento abbiamo realizzato un tutorial su come organizzare le borse bici in città e anche un tutorial su come scegliere le borse GiVi per il bikepacking.

Leggete anche l’articolo sulla nostra prova dei prodotti Deuter: borse, zaini e marsupi.

Sperando che questo test vi sia stato utile, vi consigliamo di fare un giro anche sulla nostra pagina Instagram e sulla nostra pagina Facebook oltre che sul nostro canale Youtube dove trovate molti video-test.

A proposito dell'autore

Appassionato di mountainbike dalla nascita, scopre la fotografia molto giovane, dopo la laurea in architettura non abbandona il sogno di lavorare come fotografo e da quel momento inizia la sua vera carriera da professionista lavorando come fotografo specializzato nell'action photography e fornendo servizi ad aziende di ogni genere... Attualmente ha il ruolo di Direttore Responsabile di BiciLive.it