Un recente sondaggio proposto da Legambiente e Ipsos afferma che gli italiani amano l’idea della città dei 15 minuti e il 60% di loro ama l’intermodalità e rinuncia sempre più spesso all’utilizzo dell’automobile.

Ma che cos’è la città dei 15 minuti?

La “città dei 15 minuti” è un termine coniato recentemente nel mondo dell’urbanistica per definire un centro abitato in cui ogni quartiere residenziali racchiude in sé tutti i servizi essenziali per i cittadini permettendo loro di muoversi a piedi o in bici in appunto 15 minuti. L’idea è quella di lasciare a casa l’auto e avere spazi urbani che possano essere sempre più a misura d’uomo.

Parigi è stata la prima

In Europa, Parigi è stata la prima metropoli a proporre l’idea della Città dei 15 minuti. La sindaca Anne Hidalgo, prossima candidata all’Eliseo, durante la sua amministrazione ha investito circa 400 milioni di euro per trasformare l’aspetto della capitale transalpina, come Bicilive ha già raccontato in un altro articolo dedicato allo agli investimenti di Parigi per le piste ciclabili.

Questo nuovo modello è stato chiamato “la ville du quart d’huere” e prevede di riorganizzare gli spazi urbani in modo che il cittadino possa trovare entro 15 minuti a piedi da casa tutto quello di cui ha bisogno: lavoro (anche in co-working), negozi, strutture sanitarie, scuole, impianti sportivi, spazi culturali, bar e ristoranti, luoghi di aggregazione e via dicendo.

Uno scatto panoramico di Parigi

L’esempio italiano di Milano. sì all’intermodalità

Recentemente invece anche Milano ha ripensato alle proprie strade per ammodernare i suoi quartieri e promuovere la stessa filosofia, creando una città policentrica.

E come Milano, anche i candidati sindaci di altre città italiane stanno mettendo al centro dei propri programmi l’idea di una nuova mobilità di un nuovo sviluppo urbanistico.

Tutto questo ha portato Lega Ambiente, in collaborazione con Ipsos, a proporre un sondaggio ai cittadini italiani. Sono state somministrate 1.000 interviste nel territorio nazionale e 300 a Milano, Roma, Napoli e Torino. Il campione è stato rappresentativo della popolazione maggiorenne tramite la metodologia CAWI. Le interviste si sono tenute dal 24 settembre al 4 ottobre.

Il risultato ha visto gli italiani desiderosi di vivere le proprie città in modo diverso.

Delle bici sharing per le strade di Milano

Soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti, il l 60% degli intervistati (75% nelle città principali: Milano, Torino, Roma, Napoli) ritiene rilevante un’offerta integrata (MaaS), un abbonamento unico a trasporto pubblico, treno e servizi di sharing mobility, dal monopattino all’auto.

Attualmente a Milano esistono 20 servizi di sharing mentre a Roma ce ne sono 15.

Un dato rilevante è quello che ha analizzato le nuove abitudini dei cittadini a seguito della pandemia di Covid. Dopo il primo lockdown, le persone hanno iniziato a muoversi a piedi o in bici più di prima, rinunciando più spesso all’auto (merito anche del fatto che ormai quasi il 50% dei lavoranti lavora spesso da casa).

Un uomo cammina per la città portandosi il nuovo monopattino elettrico Fantic TX2

Boom di monopattini elettrici

A proposito di nuove abitudini, un caso interessante è quello dei monopattini (elettrici e non). Un veicolo su tre di quelli condivisi è un monopattino. Per dare qualche numero: nel 2020 sono stati compiuti 7,4 milioni di noleggi in monopattino e percorsi 14,4 milioni di chilometri.

Per quanto riguarda il bike sharing, invece, nelle grandi città è aumentata leggermente la flotta di biciclette condivise (+4%) con la quota delle elettriche che ha oramai superato il 30% del totale. Un dato rilevante infatti è che nella mappa mondiale del bike sharing, l’Italia è quarta.

E se l’uso della bici e del monopattino è agile e fa rinunciare all’automobile, è pur sempre vero che l’esplosione di quest’ultima categoria di mezzi su strade e marciapiedi sta creando qualche problema inaspettato, motivo per cui la Camera attuerà a breve un nuovo disegno di legge per regolamentare l’uso dei monopattini elettrici.

A proposito dell'autore

Nato a Milano, ha imparato a destreggiarsi in fixed nel traffico. Cresciuto a pochi colpi di pedale dal Muro di Sormano, si è innamorato delle pendenze più impervie. Trapiantato in Trentino, ha lavorato come guida turistica in bici. Ora vive in Olanda, tra ciclabili e cargobike. Viaggia regolarmente in bikepacking e nell’estate 2016 ha pedalato per le strade d’Europa attraverso 13 nazioni e 3724 km in 31 giorni. Da qui il libro L’Europa in Bici.